Bellinzonese

Due bleniesi a processo: truffate 20 ditte per mezzo mili0ne

Il giudice Mauro Ermani
21 dicembre 2017
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Si sono fatti consegnare merce di vario genere (come pneumatici, leasing di veicoli, carburante, materiale edile tra cui 400 tonnellate di sassi per muri) per un valore di quasi 500mila franchi senza in realtà pagarla, per poi rivenderla principalmente in Italia a prezzo inferiore a quello di mercato. Due bleniesi di 40 e 45 anni si trovano a processo oggi a Lugano dinanzi alla Corte delle assise criminali presieduta dal giudice Mauro Ermani per rispondere di una serie di reati commessi tra l’inizio del 2015 e l’autunno del 2016 tra cui ripetuta truffa per mestiere (consumata, tentata e qualificata), falsità in documenti e ripetuta bancarotta fraudolenta o cattiva gestione. 

Il lungo atto d’accusa compilato nel corso d’inchiesta dalla procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti riporta una variegata serie di episodi di truffa commessa dai due lontani parenti nei confronti di almeno una ventina di ditte o società, la maggior parte delle quali con sede in Svizzera interna (ma tra gli accusatori ci sono anche aziende delle Tre Valli). Particolarmente complessa l’inchiesta condotta, è stato sottolineato in aula dalla magistrata, in particolare a causa dell’assenza di collaborazione dei due imputati, che hanno ammesso i fatti solo recentemente. Prima di confessare, il 45enne aveva anche scritto numerose lettere ai magistrati minacciando di denunciarli e dichiarandosi vittima di una congiura contro di lui. "Se uno ha avuto il coraggio di commettere, deve anche avere il coraggio di ammettere", ha dichiarato il 45enne oggi in aula.

Per lui – accusato anche di denuncia mendace e sottrazione illecita o furto e che ha alle spalle diversi precedenti anche specifici – l’accusa ha chiesto una condanna a 3 anni e mezzo di carcere da espiare. "La facilità con cui era possibile truffare era evidente. Ci siamo lasciati prendere la mano", ha spiegato oggi. L’uomo si trova dietro le sbarre da 14 mesi e secondo la sua legale d’ufficio Luisa Polli si è trattato di un periodo sufficiente di detenzione. L’avvocata ne ha infatti chiesto il proscioglimento a fronte di una condanna non superiore a due anni e mezzo da sospendere parzialmente. Secondo la difesa, le ditte truffate avrebbero dovuto accertare la solvibilità dei clienti prima di consegnare la merce.

Più contenuta la richiesta di pena per il 40enne, accusato anche di riciclaggio di denaro: 3 anni la carcerazione necessaria secondo la procuratrice pubblica Rigamonti, da espiare almeno in parte. Dopo essere stato in arresto per soli 4 giorni, il 40enne è tornato a casa e ha sotterrato una parte dei proventi delle truffe (130mila franchi) nel giardino di casa. Non più di 2 anni interamente sospesi la richiesta giunta invece dalla sua avvocata d’ufficio Monica Sartori-Lombardi. La sentenza è attesa nel pomeriggio. 

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