Roveredo

'Congelare il progetto e far decidere i cittadini sulla ricucitura'. Ecco la lettera inviata al Municipio

Rendering del progetto
9 agosto 2017
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"Chiediamo espressamente ai nostri politici di congelare temporaneamente il progetto (a carattere fortemente urbanizzante) di Alfred Müller e di riavvolgere il processo decisionale seguendo un nuovo iter pienamente democratico, aperto, costruttivo, trasparente, rispettoso e intelligente, per giungere – non importa quando – ad una votazione popolare. A quel punto si potrà scegliere il futuro che la maggioranza della popolazione sta realmente sognando". È questa la richiesta avanzata da una cinquantina di persone che ieri, come abbiamo anticipato, hanno inviato una lettera all'indirizzo del Municipio di Roveredo. Ricordiamo che l'intenzione di voler proseguire le trattative con questo investitore aveva ricevuto il via libera dai cittadini nell'ambito di una votazione consultiva lo scorso 15 gennaio: il 65% aveva detto sì. Questo il contenuto della lettera:

"Com’è successo ovunque, i nostri predecessori, nell’arco di moltissime generazioni, hanno guadagnato le terre al bosco, ai fiumi e alla montagna; hanno trasmesso un’anima a milioni di pietre e di alberi usati per costruire case, stalle, strade e ponti. Hanno dimostrato ingegno e senso pratico nel ricavare cibo e oggetti dall’intero territorio, partendo anche per luoghi lontani quando necessario.

Nel 1834 una tremenda alluvione ha distrutto il centro del paese, cancellando la piazza più importante e quasi venti case lungo gli argini, nonché la stessa arcata del bellissimo ponte rinascimentale (che la Moesa inghiottirà ancora nel 1951 e che pochi politici accecati da utopie progressiste faranno esplodere). Da allora il cuore del paese si è spostato sull’altra sponda del fiume, in Piazèta. Ed è proprio lì che ad inizio Novecento è giunta la ferrovia e l’elettricità, affiancata poi dall’autostrada nel corso degli anni Sessanta, sottoposta ad un traffico sempre più intenso e inquinante.

Queste vie di transito hanno tagliato in due il paese, ma oggi l’autostrada è in fase di demolizione, hanno raso al suolo un centro sportivo multifunzionale attivo dai primi anni Settanta e il secolare tracciato ferroviario dovrebbe trasformarsi in una stimolante pista ciclabile per tutta la valle. Con grandissimo stupore alcuni mesi fa hanno tolto le paratie antirumore e il centro del paese ha iniziato di nuovo ad essere percepibile. È una sensazione strana, una presenza ingombrante – a cui eravamo assuefatti - se ne sta andando. La terra pressata da tonnellate di cemento rivede la luce e riassapora l’aria, nella mente di ognuno prende avvio l’immaginazione.

In una democrazia vera è il popolo a sognare, i politici sono al loro servizio e hanno il compito di ascoltare, dialogando con grande trasparenza e con i tempi giusti, con professionalità e modalità adatte a tutte le fasce d’età. Anche la richiesta di un bambino va considerata. A Roveredo la fase del dibattito popolare non è avvenuta, la fretta e la frenesia hanno aperto le porte a progetti molto simili, ma mai capaci di offrire reali alternative. Noi cittadini non siamo forse in grado di sognare un paese realmente su misura per noi?

Con un processo più lungo, che necessiterebbe di consulenze tecniche, ma dal sapore che i nostri predecessori condividerebbero pienamente: la terra faticosamente ricavata non va venduta, o comunque una decisione così importante per il paese può essere presa solamente dal popolo, dopo aver visionato una gamma di progetti molto diversi, che vadano dall’edificazione minima con grandi spazi aperti fino alla variante con la speculazione edilizia più estrema.

I nostri antenati sapevano bene che la terra è un bene prezioso, terrebbero buona parte della striscia come garanzia per ottenere i finanziamenti e ricucire da soli il paese, passo dopo passo, dotandolo delle infrastrutture più richieste dalla maggioranza degli anziani, dei giovani, delle famiglie. Oltretutto la situazione finanziaria del comune nell’ultimo periodo è migliorata notevolmente e non siamo più quelli con l’acqua alla gola di qualche anno fa".

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