Bellinzona

A Bellinzona mozione contro la violenza sulle donne. E i firmatari della lettera contro i post razzisti aumentano

12 luglio 2017
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Aprire al più presto uno sportello comunale contro la violenza domestica, studiare la possibilità di creare in città una struttura di accoglienza protetta per le donne vittime di violenza e sviluppare una campagna di prevenzione su tutto il territorio comunale. Sono queste le richieste contenute in una mozione inoltrata negli scorsi giorni dalle consigliere comunali Mps Angelica Lepori Sergi e Monica Soldini alla presidenza del legislativo di Bellinzona. Il documento prende spunto dal decesso, avvenuto settimana scorsa, di una 24enne eritrea a causa della caduta dal balcone situato al quinto piano; un gesto per il quale il marito è indagato per omicidio intenzionale. “Nella maggior parte dei casi, e così è stato anche nell’episodio di Bellinzona – scrivono le consigliere –, la situazione di degrado e di violenza era già nota alla polizia che era intervenuta per sedare alcune liti tra i coniugi senza però poi poter evitare il deteriorarsi della situazione. Questo, verosimilmente, dimostra la debolezza e l’inadeguatezza delle misure di prevenzione e di sostegno alle vittime messe in atto fino ad oggi”.

In generale, aggiungono, “la violenza domestica è spesso la reazione a un atto di libertà della donna, alla scelta della separazione o alla denuncia di maltrattamenti e minacce”. Vengono forniti anche alcuni dati di polizia: in Svizzera nel 2016 si sono registrati 17’685 casi di violenza domestica, pari a un aumento del 2% (+388 reati) rispetto all’anno precedente. Nello stesso anno, la violenza domestica ha causato 19 vittime, per lo più donne (95%) e persone adulte (95%) e nel 90 per cento dei casi gli autori erano di sesso maschile. La mozione dovrà essere avallata dal Cc.

I firmatari della segnalazione in Procura sono già 68

Intanto sono aumentati i firmatari della segnalazione che verrà inviata in Procura riguardo a due post considerati razzisti pubblicati su Facebook dopo la morte della 24enne. Da una quarantina, ieri i firmatari hanno raggiunto quota 68. Da noi contattato per sapere se il Ministero pubblico stia già indagando sulla questione – ricordiamo che il reato di discriminazione razziale è perseguibile d’ufficio – il portavoce Saverio Snider spiega che per ora nessun’inchiesta è in corso.

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