Bellinzonese

L'associazione Blenio ViVa punta alla valorizzazione dei rustici

8 maggio 2017
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In Valle di Blenio c’è interesse e voglia di impegnarsi per valorizzare la presenza di rustici e residenze secondarie. Ne è una prova la nascita dell’associazione Blenio ViVa – costituitasi lo scorso novembre – che sabato a Malvaglia si è riunita per la prima volta in assemblea ordinaria riscontrando partecipazione e interesse elevati. Al centro dell’incontro ci sono state appunto le residenze secondarie, un tema affrontato anche con la presentazione da parte dell’Ente regionale per lo sviluppo Bellinzonese e Valli (Ers-Bv) di un progetto pilota in corso che mira ad aumentare il numero di posti letto a disposizione dei turisti per un soggiorno in valle.

Come spiega da noi contattato Samuele Barenco, membro del comitato e portavoce dell’associazione, Blenio ViVa conta al momento una cinquantina di soci, in parte vallerani, in parte frequentatori della zona, quasi tutti accomunati dal fatto di essere proprietari di una residenza secondaria o di un rustico. «Dall’assemblea è scaturita un’unione d’intenti tra comitato e soci presenti di focalizzarci su questo tema», sottolinea Barenco.

Ma che ruolo ha concretamente Blenio ViVa nell'ambito del progetto dell’Ers-Bv che coinvolge anche l’Organizzazione turistica regionale? Come spiega il portavoce, l’associazione intende fungere concretamente da trait d’union tra i proprietari e l’Ente regionale per lo sviluppo. «Blenio ViVa contatta e fornisce le informazioni necessarie ai proprietari interessati ad affittare il proprio immobile e s’impegna anche a mettere in rete queste persone». L’obiettivo futuro è quello di riuscire a riunire sotto il cappello dell’associazione tutti i proprietari di case secondarie, oltre a coloro che sono interessati a questo tema.

Sabato era rilevante la presenza di proprietari di case in Valle di Blenio provenienti d’Oltralpe. Una categoria di soci rappresentata anche con un membro del comitato svizzerotedesco. «Riteniamo importante non escludere i tedescofoni e per questo ci siamo rivolti ai proprietari sia in italiano che in tedesco», sottolinea Barenco, aggiungendo che in questo modo si tengono aperte le porte anche a quest’importante fetta di mercato.

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