Camorino

Il caso di Camorino ricorda che la sicurezza informatica non è mai troppa. Un esperto spiega come difendersi

29 marzo 2017
|

L'attacco informatico perpetuato ieri alla pagina web del Comune di Camorino, ripristinata in serata, non è il primo a essere causato da hacker turchi ai danni di siti internet svizzeri. Basti pensare che nel 2009, alcuni giorni dopo la votazione contro la costruzione di nuovi minareti, furono circa 150 le pagine web svizzere prese di mira da pirati informatici in prevalenza turchi.

Come spiega da noi contattato Angelo Consoli, responsabile del gruppo Sicurezza e cybercrime del Dipartimento tecnologie innovative della Supsi, questo genere di crimine informatico viene definito “defacement” e si verifica quando qualcuno riesce a intrufolarsi nella configurazione del web server per cambiare alcuni parametri sulla pagina. Non ci sarebbe da temere per la sicurezza dei dati contenuti sul sito del Comune; un attacco di questo genere ha in prevalenza a che vedere con i contenuti della pagina web, che possono risultare modificati a piacimento dell'hacker.

"Questo tipo di attacchi può avere due obiettivi. La prima è rovinare l'immagine di chi è attaccato, la seconda creare un disagio", spiega Consoli. Questo secondo caso riguarda per esempio i cambiamenti dei dati di un ristorante o di un negozio online, per i quali l'hacker può addirittura modificare i prezzi. Se le ragioni dell'attacco non sembrano chiare, come nel caso di Camorino, secondo l'esperto potrebbe trattarsi di un esercizio effettuato da qualcuno che si sta preparando per entrare a far parte della comunità hacker. Una specie di esame di entrata.

Anche se l'episodio di Camorino non è grave, dimostra e ricorda come la sicurezza in quest’ambito non sia mai troppa. Come sottolinea Consoli, la protezione del sito comunale si è dimostrata non sufficiente, a rischio cioè di un genere di attacco ben più invasivo. Ovvero ciò che si verifica quando l'hacker prende possesso di nascosto di una pagina web e la utilizza in un circolo malavitoso per l'invio di attacchi web contro altri siti. "È quanto successo quattro anni fa a una piccola azienda del Bellinzonese: per un paio di mesi il loro sito è risultato essere il più dannoso della Svizzera", spiega Consoli.

Per evitare spiacevoli episodi è dunque importante tenere aggiornare i siti, non tanto nei contenuti, precisa l'esperto, quanto nel programma di gestione che viene utilizzato, per esempio attraverso un apposito contratto di manutenzione. Altro consiglio frequente da parte degli informatici è il cambiamento della password d'accesso con la scelta di un termine meno accessibile.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔