Bellinzonese

Infermiere rinviato a giudizio per abusi su otto pazienti

Non erano innocue carezze: in un caso l'accusa è di stupro
30 marzo 2016
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Dapprima ha ammesso, almeno parzialmente; ma durante l’inchiesta, scattata nel dicembre 2014 con l’arresto, ha ritrattato. E ora respinge le accuse. Il Tribunale penale cantonale, davanti al quale l’infermiere 52enne del Bellinzonese è stato ora rinviato a giudizio dalla procuratrice Valentina Tuoni, giudicherà l’eventuale grado di colpevolezza. Come riferito oggi dalla Rsi, l’uomo dovrà rispondere di abusi e maltrattamenti che avrebbe compiuto su otto vittime, tutte donne in età avanzata. La maggior parte era degente in istituti o case anziani del Bellinzonese e della Leventina; due di loro ricevevano invece cure a domicilio. La prima segnalazione aveva riguardato un’ospite di un istituto protetto per disabili dove l’infermiere lavorava saltuariamente come esterno supplente. Era stata una sua collega a nutrire dei sospetti: rivoltasi alla direzione, era seguita da parte di quest’ultima la richiesta di consigli alla polizia, che dopo le prime verifiche aveva proceduto all’arresto, poi tramutato in espiazione anticipata della pena. Proprio questo primo episodio – violenza carnale ai danni di una disabile – risulta essere, secondo l’accusa, il più grave di una lunga serie. Altre tre pazienti avrebbero inoltre subìto dei toccamenti: da qui anche l’ipotesi di atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere. E poi i maltrattamenti, giuridicamente considerati come coazione. Vi sono infine l’abbandono e la falsità in documenti per un paziente di cui l’infermiere avrebbe sottaciuto un’infezione, alterando successivamente i contenuti della sua cartella clinica.

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