Bellinzonese

Biasca sostiene la Fondazione paesaggio Petronilla e Pontirone

(©Ti-Press / Carlo Reguzzi)
18 febbraio 2016
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Il Comune di Biasca condivide gli intenti della Fondazione paesaggio Santa Petronilla e Valle Pontirone. Il Municipio di Biasca comunica di aver approvato di recente il messaggio municipale concernente la richiesta di credito per la concessione di un contributo di 80mila franchi alla fondazione che mira a promuovere la valorizzazione del paesaggio rurale tradizionale, con interventi di gestione del territorio (sostegno all'agricoltura di montagna) e di preservazione della cultura popolare. La Valle Santa Petronilla, ricorda il Municipio, è una tipica valle glaciale incuneata tra la Valle Riviera e la Val Pontirone. Tra le cime che attorniano la parte alta della Valle troviamo la Cima di Biasca con i suoi 2'574 m s.l.m.. A livello paesaggistico nella parte bassa del comprensorio, dominato da imponenti pareti rocciose da cui precipitano le cascate del Ri della Froda, dominano i boschi di latifoglie e sui terrazzamenti si possono anche trovare degli stupendi esemplari di castagni da selva secolari. Più in alto questi boschi lasciano il posto dapprima a peccete con abete bianco, lariceti, in parte pascolati e infine a pascoli e creste.


Il programma di valorizzazione del paesaggio, previsto sull’arco del quinquennio 2015-2020, costituisce anche secondo il Municipio di Biasca, un primo passo verso una gestione sostenibile del territorio che si estenderà oltre il 2020, con ulteriori progetti di valorizzazione degli ambienti rurali situati sul territorio del Comune. 
Con questo progetto la Fondazione mira infatti a tutelare il paesaggio culturale, naturale e rurale della Valle Santa Petronilla attraverso la realizzazione di alcuni interventi scelti di valorizzazione di certi oggetti di particolare pregio legati al territorio. 

Il Municipio ha deciso di riconoscere un contributo alla Fondazione che si è attivata nella ricerca di fondi (ottenendo il sostegno di enti pubblici, privati e altre fondazioni) perché gli interventi proposti sono ritenuti importanti per salvaguardare il territorio e sono pure testimonianze storiche di attività rurali dei secoli scorsi. La realizzazione di percorsi didattici, secondo il Municipio, favorirà ulteriormente il turismo e permetterà ai biaschesi e agli altri visitatori di riscoprire la realtà locale di un tempo improntata sull’attività agricola e di far conoscere e valorizzare il territorio dei monti di Biasca e della Valle Pontirone unitamente al suo patrimonio culturale, architettonico e artistico.

Riguardo al territorio in questione il Comune osserva che 
nelle varie zone si possono incontrare manufatti che hanno permesso di sfruttare anche i luoghi più impervi. Da Biasca partono tre sentieri molto ripidi (in parte utilizzati ancora oggi per la transumanza dei bovini, caprini e ovini e inseriti nella rete dell'Inventario vie storiche regionale e locale) che, grazie a impegnative scalinate in pietra e stretti passaggi tra le rocce, permettevano di salire ai monti, caratterizzati dalla presenza di terrazzamenti per la coltivazione di segale o patate e di grà per l'essicazione delle castagne. Alla quota di circa 1'400 m s.l.m. la valle comincia ad aprirsi e, di rimando, i sentieri si fanno meno ripidi. Sui terrazzi naturali e sul fondovalle appaiono così vari alpeggi, dominati dall'Alpe di Lago, situato presso il lago e la forcola omonimi. In passato si parlava solo di Alpe di Chierisgeu mentre tutti quelli che ora vengono chiamati alpi risultavano essere i vari corti dell'alpe principale.

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