Bellinzona

Beni da tutelare a Bellinzona: da 309 scendono a 243, di cui 100 abitazioni

L'Istituro Santa Maria, nel quartiere Nocca, rientra nell'elenco dei nuovi beni da tutelare sul piano cittadino.
28 ottobre 2015
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È terminata a Bellinzona la prima fase della procedura di variante di Piano regolatore con oggetto i beni culturali da proteggere sul territorio comunale. Il Municipio propone la tutela di 243 beni, 66 in meno rispetto ai 309 indicati a suo tempo dai servizi cantonali per una loro valutazione. Ora l'Esecutivo trasmetterà al Dipartimento del territorio, per un esame preliminare, la documentazione contenente le proposte formulate dalla Commissione consultiva speciale formata da municipali e membri del Consiglio comunale istituita nel mese di novembre 2014. La documentazione si compone del rapporto di pianificazione allestito dal consulente esterno, l’architetto urbanista Fabio Giacomazzi, della proposta di modifica degli articoli 34 e 35 delle norme di attuazione del piano regolatore (Napr) e della lista dei beni per i quali è proposta la tutela in base alla Legge cantonale sulla protezione dei beni culturali.


Dei 243 beni, 177 sono d'interesse locale (tra cui 45 ville storiche e 55 altre abitazioni), mentre per 66 la tutela viene assicurata grazie alla loro inclusione (61 sono già contemplati, mentre per 5 viene proposta una nuova inclusione) nel Piano particolareggiato del centro storico. Si aggiungono poi i 13 nuovi oggetti per i quali l’Ufficio cantonale dei beni culturali ha previsto una protezione cantonale, i 53 già protetti a livello cantonale e i 33 già tutelati a livello locale nel Pr di Bellinzona.
Una volta ottenuto il preavviso dal Dipartimento del territorio, e una volta terminata la fase di informazione pubblica, il Municipio licenzierà all’attenzione del Consiglio comunale un messaggio di variante per modificare il Pr.

A quel momento andrà ancora verificato il potenziale impatto sulle finanze comunali delle tutele previste, anche alla luce dell’eventuale modifica della Legge sui beni culturali preconizzata nei giorni scorsi dal Consiglio di Stato nel suo rapporto sull’iniziativa cantonale della Società ticinese per l’Arte e la natura. In questo contesto – hanno sottolineato stamattina in conferenza stampa il sindaco Mario Branda e il municipale Simone Gianini – è da prevedere un onere a carico anche dei Comuni, e non solo più del Cantone, quale presa a carico di contributi ai privati per opere di conservazione dei beni.

A salvaguardia della pianificazione, dopo aver deciso nel 2013 la sospensione biennale di quelle domande di costruzione potenzialmente in contrasto con la procedura di tutela in atto, il Municipio trasmetterà parallelamente al Dipartimento del territorio per il necessario preavviso pure la richiesta d'istituire una Zona di pianificazione con oggetto i fondi su cui sorgono i beni che s'intendono tutelare. Questa Zp congela per 5 anni allungabili a 7 – sino all’approvazione della variante di Pr da parte del Consiglio comunale – qualsiasi demolizione o radicale trasformazione. Dal canto loro i proprietari potranno opporvisi senza tuttavia ottenere l'effetto sospensivo. Pure la decisione del Cc sulla variante di Pr sarà impugnabile con ricorsi al Consiglio di Stato e successivamente al Tribunale cantonale amministrativo e al Tribunale federale. Ai proprietari interessati verrà dato avviso personale della pubblicazione della Zona di pianificazione.

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