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'Di Covid-19 ci si ammala, di neoliberismo si muore'

Una lettura politica della pandemia nell'intervista a Noam Chomsky: 'Una vita migliore per gli esseri umani si otterrà solo lottando contro il sistema'

Non tutti uguali davanti al Covid-19 (Keystone)

Una lettura politica della pandemia nell'intervista a Noam Chomsky: 'Una vita migliore per gli esseri umani si otterrà solo lottando contro il sistema'

Professor Chomsky, sappiamo che le pandemie con molta probabilità si ripetono nel corso della storia. Tutti ricordano la Sars nel 2003, ma anche la Mers, Ebola ecc. Alcune persone, da Bill Gates a diversi  ricercatori ed esperti avvertirono che un grave pericolo sarebbe potuto arrivare non dalle armi atomiche bensì da un virus. Tuttavia qualcosa è andato storto. Perché non eravamo preparati?

Sono andate storte tre cose: la prima si chiama capitalismo, la seconda si chiama neoliberalismo, la terza una folle classe dirigente incompetente. Cominciamo dall’inizio. Nel 2003, dopo la Sars, era apparso chiaro agli scienziati che una nuova pandemia sarebbe stata verosimile, probabilmente con un coronavirus, una pandemia molto simile alla Sars. Ma qualcuno avrebbe dovuto proseguire il lavoro già iniziato, esserne a conoscenza non era sufficiente. I candidati ideali sono le compagnie farmaceutiche, ma qui entra in gioco il capitalismo. Non c’è nessun guadagno. Realizzare degli utili lavorando per prevenire catastrofi future? Gli utili si realizzano con le creme per il corpo o cose del genere. 

In una società consapevole, sana, sarebbe intervenuto il governo, come del resto è successo in altre occasioni, per la poliomielite, ad esempio. Ma qui viene bloccato dal secondo problema: il neoliberalismo. Lei ricorderà sicuramente il famoso slogan di Reagan “il governo è il problema, non la soluzione”. Tradotto: bisogna consegnare tutto alla tirannia del privato e non lasciare tutto nelle mani del governo che deve in parte rendere conto alla gente. Le prime informazioni erano disponibili già all’inizio di gennaio.  I servizi di intelligence americani, i responsabili del settore sanitario, imploravano alla porta della Casa Bianca sperando di poter entrare e spiegare cosa stesse succedendo. Ma Trump pensa solo ai suoi indici di ascolto televisivi, e si occupa solo del fatto che questi non calino. “Si tratta solo di un'influenza, non dobbiamo preoccuparci”, -diceva- e altre cose del genere. La conseguenza è che decine di migliaia di persone sono morte. L’epicentro della crisi è una nazione del mondo che non è nemmeno in grado di fornire informazioni all’Organizzazione mondiale della sanità su quante siano le persone infette.

Dunque abbiamo tre problemi. Quando tutto ciò sarà finalmente terminato, sorgeranno le stesse domande. Una nuova pandemia è probabile a causa del riscaldamento globale, e sarà probabilmente più grave di quella che stiamo vivendo ora….

Sappiamo che questo virus e alcuni di quelli del passato sono apparsi prima in Cina, non proprio una nazione neoliberista. I cinesi hanno oltretutto ingannato e cercato di nascondere la verità… 

Questa è la linea di propaganda in Occidente. Ma esattamente, che cosa avrebbero nascosto? Lo scorso 31 dicembre, la Cina ha informato l’Organizzazione mondiale della Sanità che si stava verificando un aumento del numero di persone con sintomi riconducibili alla polmonite ma da cause non conosciute. La settimana successiva hanno informato l’Oms e il mondo che i ricercatori cinesi avevano individuato il coronavirus, hanno sequenziato il genoma e hanno resa nota questa informazione a tutti. Quindi in pratica resero noto ciò che c’era da sapere. Poi si è sviluppata una enorme epidemia a Wuhan, c’era molta confusione, i dottori erano sopraffatti, per cinque o sei giorni le autorità centrali non capivano cosa stesse davvero succedendo, non avevano informazioni dalle istituzioni locali. Le autorità sanitarie statunitensi si sono trovate esattamente nella stessa situazione quando finalmente hanno capito cosa stava succedendo. Se diamo un’occhiata ai documenti presentati dagli alti funzionari statunitensi, si capisce che tutte le informazioni erano disponibili, fornite anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. 

La pandemia ha creato un enorme diffusissimo caos in tutto il mondo. È qualcosa che non ha precedenti. Anche per lei che ha vissuto a lungo si tratta di una situazione inedita nel mondo 

Certamente. Alcune nazioni erano più preparate di altre. Dipende dal grado di adesione al credo neoliberista.  Gli Stati Uniti vi hanno aderito in modo molto rigoroso. Questo significa che gli ospedali sono gestiti con modelli economici che non prevedono la disponibilità immediata di posti aggiuntivi per eventuale emergenze. Le strutture sono in grado di affrontare una situazione ordinaria, e questo può funzionare per le attività manifatturiere, ma si rivela un disastro per il servizio sanitario. Altre nazioni erano più organizzate, ad esempio la Germania, mi sembra di aver capito, aveva una capacità diagnostica migliore, una capacità di osservazione rapida e di azione che ha consentito di avere ora tutto sotto controllo. Se qualcuno in Europa perde il lavoro, ha diritto comunque all’assistenza sanitaria, altri hanno sussidi finanziari. Se si perde il lavoro in paesi neoliberisti come negli Stati Uniti, perdi l’accesso alla sanità, se devi effettuare un test devi pagartelo, tendi a lasciar perdere e dato che l’assicurazione sanitaria è privatizzata, funziona se hai un lavoro, ma se sei disoccupato è ovviamente un disastro, Questi Paesi non possono essere preparati ad affrontare una situazione simile, anche economicamente. Siamo una società neoliberale, e questo porta al disastro.

Un buona fetta di americani continua a sostenere Donald Trump.  Nel mondo però Gli Stati Uniti stanno apparentemente perdendo credibilità. Il Covid-19 segna siamo l’inizio della fine del dominio americano? 

Non penso. Basti vedere come l’Europa si piega non appena Trump dice qualcosa. Guardi cosa è successo ad esempio con l’Iran. L’amministrazione Trump cancella l’accordo nucleare, aumentando così la minaccia di una guerra atomica. Impone sanzioni molto dure contro Teheran. L’Europa è contraria a questa decisione e a queste misure. Ma fa qualcosa? Niente. Perché se qualcuno alza la testa Trump lo butta fuori dal sistema finanziario internazionale. L’Europa può rispondere ma viene minacciata. Ciò nonostante è vero che l’immagine degli Stati Uniti si sta deteriorando nel mondo. Gli Usa sono probabilmente il Paese più odiato al mondo. Ma se il padrino è temuto, anche odiato, fino a quando è temuto non si preoccupa. Se guardiamo al potere reale, non c’è partita: gli Stati Uniti dominano il sistema finanziario internazionale, le più grandi multinazionali hanno sede negli Usa, l’America detiene circa la metà della ricchezza mondiale, è prima o seconda in quasi tutte le categorie di ricchezza economica. E sul piano militare la sua potenza è incommensurabilmente superiore al resto del mondo.

La pandemia potrebbe però  indirizzare la società su un cammino migliore… un po’ di ottimismo non  è lecito?

Essere pessimista o ottimista è una cosa molto soggettiva e personale e non ha un grande interesse. Quello che è certo è che le cose si possono cambiare, che la crisi climatica e ambientale può finire. Ma come lei ben sa, dire che si può fare non significa che si farà. Si poteva prevenire l’attuale pandemia nel 2003, ma non si è fatto. Allo stesso modo se le forze popolari si mobilitano globalmente, potranno avere un impatto. I “padroni dell’universo” sono preoccupati. Lo stesso Financial Times, il giornale del business, in uno dei suoi ultimi editoriali scrive che “dobbiamo avviare riforme radicali” del sistema economico per modificare il devastante neo liberismo. La stessa JP Morgan Chase ha ammesso che, se continuiamo così, nella direzione seguita finora in ballo oramai è il futuro dell’umanità. Prenda lo stesso programma di Joe Biden. È il programma più a sinistra mai presentato da un candidato democratico alla Casa Bianca. E non di certo perché il comitato nazionale democratico apprezza queste idee. Ma è perché vi è una forte pressione popolare e se non vogliono perdere il sostegno popolare devono sostenere questo tipo di idee. 

Resta il fatto che  Joe Biden non vuole “uccidere” il sistema capitalistico, vuole riformarlo. Inserendo maggiore giustizia sociale ...

Neanche Bernie Sanders voleva “uccidere” il capitalismo. Vuole riformarlo. Le mie idee vanno ben oltre, certo, ma in futuro una riforma del capitalismo con uno spostamento delle prerogative verso lo Stato è certamente immaginabile e fattibile. Sia in Europa, sia negli Stati Uniti. Per esempio i programmi di austerità neo liberale devono semplicemente essere smantellati. Buttati nella spazzatura che è il luogo a cui appartengono. I governi devono riorganizzare le priorità per rispondere ai bisogni della popolazione e non più dei grandi gruppi privati. 

Noam Chomsky, seguendo il suo ragionamento c’è un legame tra giustizia sociale, lotta contro il riscaldamento climatico e lotta contro la pandemia. Questi tre aspetti sono connessi tra di loro… 

Certo sono strettamente legati. Il destino degli esseri umani dipende da ognuno di questi tre elementi. La politica deve affrontarli nell’interesse degli esseri umani. Gli attivisti per il clima, gli attivisti per la giustizia sociale mirano allo stesso obiettivo: una vita migliore per gli esseri umani. Ma non succederà nulla per magia. Le cose si otterranno solo lottando, non ci saranno regali, bisogna lottare contro il sistema. Bisogna smantellare, questo è il punto, la tirannia del privato.