Bellinzonese

Via libera del Tram alla Casa della socialità. Ora Pro Infirmis cerca partner

14 dicembre 2017
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Un progetto sociale a 360 gradi. Questa – spiega il direttore cantonale di Pro Infirmis Danilo Forini – l’intenzione della maggiore organizzazione attiva nel campo dell’handicap, per la Casa della socialità prevista nel quartiere San Giovanni di Bellinzona. L’associazione di pubblica utilità, proprietaria dei terreni, annuncia infatti che il Tram ha respinto l’ultimo ricorso di un confinante contrario al nuovo stabile a quattro piani (più pianterreno) previsto in via San Giovanni 5. In questi giorni sono scaduti pure i termini di ricorso al Tribunale federale, ciò che rende valida la licenza edilizia rilasciata a suo tempo dal Municipio.

L’incognita maggiore per la realizzazione del progetto nello storico quartiere, come riferito negli scorsi mesi, riguarda la defezione di Pro Senectute, il più importante tra i partner di Pro Infirmis della Casa della socialità, che pensava inizialmente di occupare il pianterreno per un centro diurno di persone ammalate di Alzheimer e il primo piano per la sede regionale. Pro Senectute, nell’impossibilità di “attendere l’esito delle opposizioni e dei ricorsi ” (così recita un recente comunicato di Pro Infirmis) ha dovuto infatti “trovare una soluzione alternativa a un problema che si era fatto urgente”.

Pro Infirmis indica ora di attendere la conferma dell’interessamento della Lega contro il reumatismo e dell’Associazione per il bene dei ciechi, ma di volere “riprendere i contatti con altri enti pubblici e privati per sondare la possibilità di mantenere fede al progetto iniziale”. Nelle parole di Forini traspare infatti la volontà di cercare un altro "importante" partner. Altrimenti, chiediamo, cadrà il progetto per cui avete chiesto la licenza di costruzione tre anni fa? Rispondendo, Forini ribadisce la determinazione di Pro Infirmis a realizzare la Casa della socialità, quindi entra nel merito di un piano B, quello di coinvolgere più enti minori, non senza soffermarsi sulle difficoltà: spesso ci si confronta – indica – con attori che dipendono da aiuti cantonali e comunali, da decisioni politiche.

L’intenzione ora è pertanto di intensificare i contatti con tutti i possibili partner, in modo di arrivare, al più tardi entro fine 2019, alla firma dei contratti così da avviare la costruzione (sui fondi donati dalla famiglia Zurini) nel prossimo anno e aprire i battenti della nuova Casa della socialità nel 2021. Un piano che tuttavia non esclude altre soluzioni. Pro Infirmis pensa pure di ricavare nella nuova sede (centrale e pratica per l’utenza) un suo centro diurno. CAVA

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