Commento

Una notte da grande

10 ottobre 2017
|

Se è vero che più lunga è l’attesa, più grande è il piacere, beh, stasera sarà una goduria. Vero, di mezzo c’è un risultato che premierà l’una o l’altra squadra, ma l’evento sportivo che vivremo allo stadio da Luz di Lisbona (impianto bellissimo e palcoscenico ideale per una recita che si spera all’altezza) ha quel qualcosa che lo rende magico, elettrizzante, quasi storico ancor prima di cominciare e a prescindere dall’esito finale. Si giocheranno tutto (o quasi, visto che il perdente potrà ancora sperare negli spareggi per andare ai Mondiali) in una notte, Svizzera e Portogallo.

Novanta minuti e poco più di una partita di cui è ormai da oltre un anno che si parla. Magari la si teme, sicuramente la si sogna. Più precisamente dal 6 settembre 2016, quando nel primo impegno delle qualificazioni a Russia 2018 la Svizzera ha superato 2-0 i freschi campioni d’Europa, trovando un successo di prestigio che mancava dall’1-0 rifilato alla Spagna nel 2010 in Sudafrica e soprattutto iniziando la sua cavalcata in testa al gruppo B. Nove partite e nove successi, nell’ordine contro lusitani, Ungheria (2-3), Andorra (1-2), Far Oer (2-0), Lettonia (1-0) e via di nuovo Far Oer (0-2), Andorra (3-0), Lettonia (3-0) e Ungheria (5-2). Tutti accompagnati da una costante: quei tre preziosi punti di margine sulla squadra di Fernando Santos – perfetta pure lei nelle successive otto partite – conquistati nella magica notte del St. Jakob Park.

In fondo sia lusitani sia elvetici, pur sperando in un passo falso degli avversari, probabilmente hanno sempre saputo che il 10 ottobre 2017 si sarebbero ritrovati gli uni di fronte agli altri per lo scontro decisivo, quello che assegnerà il primo posto del girone e di conseguenza il biglietto diretto per la Russia. Un match che se per i padroni di casa ha il sapore di rivincita nei confronti di una Svizzera che aveva osato batterli solo due mesi dopo l’incoronazione sul tetto d’Europa – ricordiamo che a Basilea, come però anche in buona parte della finale europea (era mancato Cristiano Ronaldo, ahinoi presente stasera) – per gli ospiti rappresenta l’occasione per dimostrare a sé stessi e al mondo che quello stesso successo di Basilea e gli otto seguenti non sono stati casuali bensì il frutto di una crescita costante giunta ormai al suo apice, espresso non solo dai risultati stessi, ma anche dal gioco, dalla mentalità vincente, dal modo di affrontare ogni partita e ogni avversario, dall’atteggiamento, dall’organizzazione...
La piccola Svizzera è e rimarrà sempre piccola, ma da qualche anno ha cominciato a pensare, a giocare e a sognare da grande. Ed è quello che deve fare stasera, perché noi vogliamo sognare con lei.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔