Commento

Un venerdì di passione

29 maggio 2017
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Otto vittorie, un pareggio e una sola sconfitta nelle ultime dieci partite. Ebbene sì, stiamo parlando del Lugano. Non par vero, ma è così, ed è una bellissima storia di sport. Un ruolino di marcia impressionante, da campioni svizzeri, quello dei ragazzi di Tramezzani. In definitiva, il Lugano il suo campionato lo può davvero vincere, a patto però che venerdì contro il Lucerna arrivi il punto che manca alla definitiva consacrazione di un gruppo incredibile, giunto ormai a un piccolo passo dalla conquista della fase a gironi di Europa League, senza passare dai preliminari.

Già, perché nonostante il passo spedito e l’aiutino della dea bendata, che tradizionalmente accompagna le imprese sportive più mirabolanti – quella bianconera entra di diritto tra queste –, manca ancora un punto, quello che il Sion ha portato a casa da San Gallo. I vallesani hanno una differenza reti migliore, ma sono tre punti sotto. Ancora aggrappati al sogno ma senza troppe speranze di coronarlo, gran parte delle quali sono evaporate alla Pontaise dove il Lugano, pur soffrendo, ha fatto il suo dovere difendendo quanto conquistato nelle ultime settimane a suon di risultati utili. Di vittorie, per lo più, come scritto in avvio di analisi (otto vittorie nelle ultime dieci partite, 25 punti su 30 disponibili).

Scaramantici al lavoro
Partano pure gli scongiuri, i riti propiziatori e quant’altro possa giovare alla causa bianconera, dal punto di vista della scaramanzia, imperante anche nel calcio. L’impressione, però, è che alla squadra di Tramezzani tutto questo non serva granché, né abbia il potere di cambiare le carte in tavola. Carte chiare, messe giù con mano ferma.
Il Lugano ha dimostrato di meritare il palcoscenico europeo, sul quale si è guadagnato il diritto di salire dall’ingresso principale. Quello riservato agli attori protagonisti, accolti dall’applauso scrosciante degli spettatori che ne attendono con una certa ansia la prossima recita.

La prossima è anche l’ultima. La più importante. La più significativa. Il punto d’arrivo di un percorso segnato da una progressione inarrestabile, che non si è interrotta nemmeno alla Pontaise, teatro di una prova non certo impeccabile, ma baciata dall’ennesima vittoria. Un segnale da cogliere, anche questo.
A ben vedere – fuor di aiutino della buona sorte, che c’è stato ed è innegabile – a Losanna i bianconeri hanno fornito l’ennesima prova di forza lungo una stagione che a Cornaredo chiede solo una chiusura degna.

Spazio all’ottimismo, dettato da una classifica di rara bellezza, per blindare definitivamente la quale a Sabbatini e compagni si chiede solo un’ultima spintarella verso l’alto. L’apoteosi sarebbe una vittoria davanti ai propri tifosi. Avrebbe i crismi del trionfo. Bello, bellissimo. Ma questo Lugano è talmente ben piazzato che basta un pareggio. Sul quale nessuno si sognerebbe di sindacare, figurarsi eccepire.

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