Impact Journalism

Un Sms ti salva la vita

(Crisis Text Line)
25 giugno 2016
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di Madison Park / Usa Today / Usa

La cosa più dura per Lily Rayne era sentirsi sola.

Lily è sorda e non ha imparato il linguaggio dei segni. Quando aveva pensieri suicidi, non poteva quindi comunicare con un professionista qualificato o un terapista. Non poteva nemmeno prendere il telefono e chiamare un numero di assistenza per le persone in crisi.

Alla fine ha trovato aiuto online grazie alla terapia comportamentale cognitiva, ma non prima di essere andata pericolosamente vicino a togliersi la vita. Poi si è imbattuta in un servizio che avrebbe alleviato molto il suo senso di isolamento di quelle ore buie: ‘Crisis Text Line’, un telefono amico nell’era degli Sms basato negli Stati Uniti.

Consulenti preparati, dei quali ora fa parte anche Lily Rayne, sono disponibili 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana, per rispondere alle persone in difficoltà con messaggi Sms. I testi sono anonimi e confidenziali.

«Crisis Text Line non è un sostituto della psicoterapia, ma quando ci si sente completamente subissati, smarriti e soli, è un punto di connessione e un modo per riguadagnare uno stato d’animo più stabile», racconta Lily in un’intervista rilasciata tramite e-mail.

Questo servizio no-profit ha scambiato quasi 17 milioni di messaggi. La fondatrice dell’organizzazione, Nancy Lublin, ha avuto l’idea lavorando con adolescenti, alcuni dei quali avevano cominciato a inviare Sms al suo staff su argomenti come depressione e stupro.

Oggi circa il 35% dei messaggi provengono da persone di mezza età, molte delle quali scrivono perché hanno problemi con i figli, di divorzio o di lavoro. Di fronte a un aumento dei tassi di suicidio a livelli allarmanti – i più alti in tre decenni – le autorità sanitarie e i ricercatori dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie concordano sul fatto che la prevenzione al suicidio abbia bisogno di più risorse. Nel 2013, nei soli Stati Uniti, si sono tolte la vita più di 41 mila persone.

Se per decenni le linee telefoniche di supporto aiutavano le persone in crisi, nell’era di Snapchat e Whatsapp, parlare al telefono può mettere a disagio. Per gli ipoudenti, l’uso del telefono può essere arduo o impossibile. Anche per le persone che si trovano a loro agio parlando al telefono, avere una conversazione su problemi di salute mentale può essere alquanto rischioso, in quanto qualcuno potrebbe sentire la conversazione.

Nel 2013 DoSomething.org, questo il nome dell’organizzazione da cui dipende il servizio, ha percepito questo cambiamento di abitudini tecnologiche e ha iniziato a fornire consulenza psicologica di crisi tramite messaggeria testuale. La logica era semplice: andare incontro agli adolescenti. Adolescenti che, in media, ricevono e inviano circa 30 messaggi al giorno.

Grazie al grande volume di conversazioni, ‘Crisis Text Line’ ha potuto raccogliere molti elementi su argomenti di salute psichica spinosi. Per esempio si è riscontrato che i pensieri suicidari tendono ad avere un picco tra le 7 e le 9 della sera. Il martedì è il giorno più comune per le richieste di aiuto relative alla depressione e all’abuso fisico.

«La sorpresa più grande è stata constatare come le persone con problemi di udito siano accorse a frotte da noi. Non solo come persone in cerca di aiuto, ma anche proponendosi come consulenti», rileva Lublin.

Rayne sa per esperienza quanto ci si possa sentire esclusi dalle reti di supporto tradizionali. Molti anni fa, un tentativo di suicidio ne causò il ricovero in ospedale. «In quanto persona non udente, ricevere aiuto prima di arrivare a quel punto era una sfida, dal momento che non potevo chiamare alcuna voce amica», racconta, ricordando che si era trovata a combattere con ansia e grave depressione cronica. Non poteva usare il dispositivo di comunicazione per sordi, perché questi dispositivi tendevano a essere «frustranti da usare», racconta. «Ero isolata socialmente e mi sembrava troppo difficile capire terapisti e medici, per cui stavo perlopiù sulle mie».

Il servizio basato su Sms offre una possibilità di sfogo per i sordi e gli ipo-udenti, che non sono in grado di usare i telefoni amici tradizionali. «So che cosa vuol dire non avere qualcuno cui fare riferimento quando si è in crisi, e non voglio che altri debbano sentirsi in quel modo», sottolinea Rayne.

I passi che portano a diventare consulente sono rigorosi: si richiedono circa 32 ore di training dal vivo e di scenari di gioco di ruolo. Rayne ha iniziato il suo percorso nel giugno del 2015 e ora lavora 12 ore alla settimana. In contemporanea ha iniziato a parlare dell’iniziativa ad altri ipoudenti. Il servizio ora ha più di 30 consulenti sordi o con gravi difficoltà di udito.

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