Svizzera

Un questionario anti-radicalizzazione

(Marko Drobnjakovic)
28 maggio 2017
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Un questionario online è stato ideato a Zurigo per meglio consentire a docenti, allenatori e assistenti sociali di individuare in anticipo i giovani in procinto di evolvere verso il radicalismo islamista con il rischio di un passaggio all’atto. In sei casi esso ha già permesso di allertare la polizia, riferiscono oggi i domenicali "SonntagsZeitung" e ""Le Matin dimanche". Il questionario, chiamato Ra-Prof (per Radicalisatin-Profiling), comprende 46 domande in grado di precisare il profilo di chi sta radicalizzandosi.

Ecco alcune delle sue domande: "La persona considera l’Occidente come la fonte di tutti i problemi?", "Proferisce slogan islamisti?", "C’è stata una evoluzione nel suo apparire, come indossare il velo o farsi crescere la barba?" Il metodo è già stato adottato da 17 Cantoni e Città in Svizzera, tra cui Basilea, Berna, Zugo e Winterthur, e ha suscitato interesse anche all’estero, in particolare Germania e Austria, scrive la "SonntagsZeitung" Nella sola città di Zurigo è già stato compilato 88 volte, per lo più da docenti che nutrivano sospetti verso determinati allievi. Nella maggior parte dei casi, è emerso che i giovani indagati tendevano "semplicemente a provocare e a testare i limiti" degli indagatori, afferma – citato dai due domenicali – Daniele Lenzo, capo dell’Ufficio per la prevenzione della violenza della Città di Zurigo che ha sviluppato il questionario e al quale le categorie professionali interessate possono rivolgersi per avervi accesso. In altri cinque casi è emerso che il problema stava negli adulti stessi e nei loro pregiudizi verso allievi musulmani a causa della loro confessione. In sei casi, tuttavia, i sospetti iniziali si sono rivelati fondati e sono stati riferiti alla polizia.

Il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) ha individuato in Svizzera in tutto 88 "viaggiatori per la jihad" (la guerra santa islamica) dal 2001, di cui 30 con passaporto rossocrociato. Attualmente l’intelligence federale ha sotto la lente una novantina di presunti jihadisti, una cifra "relativamente stabile", ha affermato il suo capo Markus Seiler nella conferenza stampa dello scorso 2 maggio in cui è stato presentato il rapporto annuale del SIC "La sicurezza della Svizzera 2017". Secondo questo rapporto accessibile online, dopo la proclamazione del Califfato nel giugno 2014 da parte dell’Isis, il numero di viaggi con finalità jihadiste dalla Svizzera verso la zona di conflitto in Siria e in Iraq è costantemente aumentato per più di un anno, per poi calare nettamente dall’estate 2015. Dal mese di agosto 2016 alla redazione del rapporto il SIC non ha più constatato alcuna partenza.

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