Commento

Tagli nel pubblico, si passa al privato

(©Ti-Press / Francesca Agosta)
28 novembre 2017
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Una settimana fa la Città di Locarno, nell’ambito di una riorganizzazione del personale, segnalava l’intenzione di lasciare a casa sei dipendenti inadempienti. Ora tocca a Losone, il cui Municipio ha deciso di licenziare prossimamente quattro sue impiegate, addette alla pulizia negli stabili comunali. Dopo concorso pubblico, saranno sostituite da una ditta privata.

La differenza fra i due casi, tuttavia, c’è ed è palese: le quattro losonesi, domiciliate nella località sulla destra della Maggia, madri di famiglia (tre hanno ancora figli agli studi), hanno sempre svolto i loro compiti a piena soddisfazione del datore di lavoro. Lo confermano le stesse autorità locali in un documento interno (cfr. articolo nelle pagine di Locarno e valli). In nessun modo sono da considerarsi “inadempienti” e perciò l’unico motivo che spinge le autorità locali è la volontà di risparmiare sui costi in questo settore. Un taglio che tuttavia solleva diverse perplessità. Le casse del Comune sono sane, come ha sottolineato il sindaco Corrado Bianda il 15 novembre scorso commentando i preventivi 2018. Allora perché? Bene fanno Ppd e Lista della sinistra a pretendere dal Municipio delle risposte chiare: quanto si risparmierà? E soprattutto quali altre misure di razionalizzazione si nascondono dietro l’angolo? Finiranno sotto la mannaia della privatizzazione altri servizi comunali (mensa, agenti privati, Ufficio tecnico e via dicendo)? Persino la Lega dei ticinesi è già intervenuta, chiedendo un deciso dietrofront, salvando quindi i quattro impieghi pubblici.

Ma al di là di quelle che possono essere le ragioni finanziarie, ci sono altre questioni che andranno approfondite. La prima è legata al piano sociale previsto per le future ex impiegate, che prevede l’obbligo di riassunzione da parte della ditta privata e un contributo comunale di due anni per coprire eventuali dif­ferenze salariali (i privati pagano meno?). Se queste misure siano sufficienti lo stabiliranno i sindacati, che saranno interpellati dalle dirette interessate. Insomma, i quattro licenziamenti – che a Losone stanno facendo parecchio discutere – da diverse parti vengono considerati una manovra eccessivamente drastica e, da chi ne è toccato personalmente, anche molto dolorosa. Per anni (alcune per decenni) le quattro dipendenti pubbliche hanno pulito alle scuole elementari, negli uffici dell’amministrazione, in quelli dell’Autorità regionale di protezione (ex tutoria) e nel prefabbricato della polizia. Luoghi per diverse ragioni delicati e sensibili, dove affidabilità, discrezione e riservatezza sono considerate doti indispensabili. Nella situazione attuale è confortante – anche per i genitori, ai quali non è ancora stata data comunicazione del provvedimento – sapere che le persone che spazzano aule e corridoi, in orari in cui ci sono ancora alunne e alunni nell’istituto per le attività del doposcuola, siano degne della massima fiducia. Non è detto, per forza di cose, che con la privatizzazione siano ancora le stesse quattro addette alle pulizie a occuparsi di tali mansioni. Saranno i responsabili della ditta privata prescelta a decidere.

In conclusione ci si conceda una punzecchiatura all’Udc, che a Losone è uno dei primi partiti e che del motto “prima i nostri” ha fatto la sua bandiera: forse le folate di vento da nord, che hanno soffiato impetuose negli scorsi giorni, hanno strappato quella bandiera o forse “prima i nostri” si riferisce agli utili delle casse comunali e non alle persone che per l’ente pubblico lavorano duro. Persone che presto si troveranno davanti a un futuro lavorativo più incerto.

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