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Sulle tracce del giaguaro

4 novembre 2017
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Furtivo come un’ombra, si sposta nelle foreste tropicali dell’America centrale e meridionale. Agile, silenzioso, quasi invisibile, il giaguaro può pesare fino a 140 chili ed è il più grande felino del continente sudamericano. Malgrado la sua mole corporea, lo si nota con difficoltà: è infatti un animale timido e, grazie al suo mantello maculato, riesce a mimetizzarsi perfettamente nell’intrico del sottobosco. Perfino gli esploratori e gli studiosi lo incontrano raramente.

Il giaguaro è un animale solitario e per tenere lontani gli intrusi marca con tracce di urina e graffi il proprio territorio. Anche i maschi e le femmine evitano di incontrarsi, tranne nei brevi periodi in cui si accoppiano. Dopo tre mesi di gestazione, la madre partorisce da uno a tre cuccioli, mentre il padre si è già allontanato da molto tempo. Per due anni la madre si occupa da sola dei piccoli che, successivamente, cercano il proprio territorio di caccia.

Il giaguaro non è un cacciatore veloce ma, in compenso, è molto forte. Se non riesce a catturare subito la preda, spesso la lascia fuggire senza inseguirla. Non è abbastanza veloce per rincorrerla: è invece un vero stratega nel tendere agguati. Si avvicina di soppiatto alla preda, con un balzo l’assale alle spalle e, unico tra i felini maggiori, la ghermisce coi denti aguzzi al capo o le spezza le vertebre della nuca. Per questa sua tattica di caccia gli indigeni dell’America lo hanno chiamato “jag war” che significa “cacciatore al volo”. Al termine del suo pasto, della preda non rimane nulla, nemmeno le ossa o gli zoccoli. Caccia di tutto: cervi, capibara, roditori, scimmie e uccelli, ma se ha fame non disdegna nemmeno pesci, tartarughe e caimani.

Praticamente non ha nemici, a parte uno: l’uomo. La distruzione delle foreste costituisce oggi il pericolo maggiore per il giaguaro, che negli ultimi anni ha perso la metà del suo habitat naturale. Interessi economici sottraggono a questa specie le fonti di sostegno alimentare, rinchiudendola in aree che si trasformano in gabbie senza uscita. Un altro pericolo è costituito inoltre dai bracconieri che commercializzano la sua pelliccia. Il suo manto maculato, purtroppo, continua ad essere molto ambito. Basti pensare che fino agli anni settanta venivano cacciati ogni anno circa 15mila giaguari.

Curiosità: la pantera nera dagli occhi gialli sfavillanti è un giaguaro melanico (in pratica, il contrario degli esemplari albini). La si può osservare anche nei leopardi, ma questa mutazione genetica si trova più spesso nei giaguari (circa il 6% della popolazione è colpita dal melanismo).

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