Economia

Sono svizzeri i top manager più pagati d'Europa

(Gabriele Putzu)
5 ottobre 2017
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I top manager delle aziende svizzere rimangono i meglio pagati d’Europa e Sergio Ermotti ha in assoluto il terzo stipendio più elevato di tutto il continente. Lo rivela uno studio pubblicato oggi dall’impresa di consulenza Willis Towers Watson.

Il valore mediano dei compensi ricevuti l’anno scorso dai dirigenti delle sette società elvetiche comprese fra le 100 più grandi europee si è attestato a 10,3 milioni di euro, l’equivalente di 11,8 milioni di franchi nel cambio attuale.

Sensibilmente staccati dietro agli svizzeri figurano gli inglesi (7,4 milioni di euro), gli spagnoli (5,6) e i tedeschi (5,1). I "mega-direttori" dell’Europa più settentrionale si accontentano invece in media di 1,8 milioni di euro.

A titolo di paragone per guadagnare quanto un dirigente di punta elvetico lo svizzero comune – salario mediano mensile nel privato 6189 franchi, ultimo dato disponibile 2014 – deve lavorare 159 anni. Per un ticinese (salario mediano 5125 franchi) i tempi si allungano ulteriormente: si tratta di aspettare l’anno dopo Cristo 2209, fra 192 anni. Oppure, detto in altri termini, per i suoi primi tre minuti in ufficio l’alto dirigente è compensato più che un dipendente comune per tutta la giornata.

La busta paga più pesante (14,4 milioni di euro) è andata anche l’anno scorso all’indiano Rakesh Kapoor, CEO della multinazionale britannica Reckitt Benckiser. Il 59enne ha guadagnato comunque nettamente meno dell’anno precedente (20,9 milioni), perché gli è stato ridotto il bonus. Lo stesso è avvenuto peraltro – in modo meno marcato – al secondo e al terzo in classifica: Martin Sorrell, fondatore e CEO del gruppo pubblicitario e di pubbliche relazioni inglese WPP, ha staccato un assegno di 13,3 milioni, mentre il presidente di direzione di UBS Sergio Ermotti si è visto accreditare 12,3 milioni. Il 57enne ticinese si conferma terzo nonostante una diminuzione del compenso (2015: 13,1 milioni).

Quarto è il numero uno del gruppo informatico tedesco SAP e subito dopo vi sono tre dirigenti di multinazionali svizzere: i CEO di Novartis Joseph Jimenez (10,8 milioni), di Roche Severin Schwan (10,6 milioni) e di Credit Suisse Tidjane Thiam (10,3). Complessivamente quindi in Svizzera sono attivi quattro dei dieci membri dell’esclusivo club degli ultrapagati d’Europa.

Il compenso medio diretto (stipendio fisso e gratifiche, senza però contributi previdenziali e prestazioni accessorie) di tutti i boss delle 80 più grandi aziende europee si è attestato a 5,4 milioni. Rispetto all’anno precedente vi è stato un calo del 6%, dovuto a un taglio dei bonus, ha spiegato all’ats Olaf Lang, dirigente presso Willis Towers Watson. Sono state passate al setaccio anche le retribuzioni delle 23 società elvetiche comprese nell’indice borsistico SLI: è emerso che la busta paga media è di 4,4 milioni di euro, in progressione del 12% nel confronto con il 2015.

Secondo Lang le normative entrate in vigore in seguito all’approvazione dell’iniziativa Minder sulle retribuzioni abusive – approvata dal popolo nel 2013 con il 68% di sì e da tutti i cantoni – non hanno finora avuto alcun influsso sugli stipendi. Il maggior potere dato agli azionisti ha però avuto un impatto nell’eliminare i pagamenti straordinari e i cosiddetti paracaduti dorati, vale a dire le buonuscite milionarie.

Lang si aspetta che nuove regole dell’Ue – è previsto che già dal 2019 le aziende dovranno per esempio rendere pubblici i rapporti fra gli stipendi più alti e quelli del resto delle maestranze – abbiano un influsso anche in Svizzera. "Ritengo che le multinazionali elvetiche dovranno adattarsi alla normativa europea se intendono mantenere il consenso degli investitori stranieri", sostiene lo specialista. Le nuove disposizioni dovrebbero in generale rallentare la crescita dei compensi: ma secondo Lang gli svizzeri rimarranno comunque i più pagati del continente. (Ats)

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