Commento

Se la lanterna non fa luce...

1 dicembre 2017
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L’uscita di scena di Renato Scheurer, capoufficio del sostegno sociale e dell’inserimento del Dss di Paolo Beltraminelli, era nell’aria e crediamo non abbia stupito (quasi) nessuno. Si tratta di un alto funzionario caduto quasi subito in disgrazia non appena scoppiato l’Argogate. È infatti stato il primo a venir esautorato dalle sue funzioni già a inizio marzo, a poche settimane dallo scoppio dello scandalo. Si parlerà poi ancora di lui mesi dopo per via delle diverse versioni su alcuni fatti centrali della vicenda rese dinnanzi alla sottocommissione della gestione; versioni in contrasto con quelle dell’ex capodivisione Blotti e, in parte, successivamente riviste. E poi ancora recentemente, sempre Scheurer, è stato oggetto di approfondimenti in Procura, sfociati in una perquisizione domiciliare e nel rinvenimento sui suoi conti di alcune decine di migliaia di franchi ricevuti in eredità. Soldi che però non avevano nulla a che vedere – come invece qualcuno sospettava – con Argo 1. Infatti, quell’importo era stato da lui ereditato e regolarmente segnalato al fisco. Più che evidente che, in una simile situazione, è come minimo venuta meno in Scheurer la serenità necessaria per poter dirigere l’Ufficio e, per i primi due fatti, il necessario legame di fiducia coi superiori. Ora, di fronte a tutto ciò, che cosa ci sentiamo dire dal Consiglio di Stato, autorità di nomina dei funzionari? Che il signor Scheurer ha inoltrato una richiesta di prepensionamento, che è stata accettata, e che è uscito subito di scena perché aveva giorni di vacanza e ore straordinarie in arretrato (‘è liberato da subito dagli obblighi di servizio’). Domanda: ma se Scheurer non avesse fatto lui il passo, questo governo (così ingessato e imbarazzato) cosa avrebbe fatto? Avrebbe continuato a tenersi un alto funzionario che da tempo non esercitava più la funzione per la quale era stato nominato? Un funzionario da mesi e mesi nell’occhio del ciclone? L’impressione per il cittadino comune – che ha letto il comunicato del governo – è che ancora una volta l’esecutivo abbia abdicato al suo ruolo, che in tempi bui come questi dovrebbe essere anche di lanterna. Lanterna di etica civica per l’intero Paese. Sarà anche vero che il funzionario, sentendo la malparata – come si dice in dialetto ‘pusée in svelt che in prèsa l’ha ciapà su al dü da copp…’ –, ha cercato e trovato una via d’uscita. Quella che maggiormente gli conveniva, cioè il prepensionamento volontario, evitando così di dover magari chiarire altri aspetti, come funzionario, una volta che i vari rapporti verranno consegnati. Ma, siccome sono mesi che l’Argogate occupa la scena politica, e siccome le vere risposte da chi le può dare (Beltraminelli e i suoi funzionari) non sono ancora arrivate (chissà perché…), e ora una persona che di certo sapeva molto è uscita spontaneamente di scena, speriamo che non sia un’ulteriore mossa destinata a complicare l’operazione chiarezza/trasparenza, visto che le domande di fondo senza risposta rimangono sempre quelle. Perché Argo 1 ha trovato sempre verdi i tanti semafori sulla sua strada, che solitamente sono rossi? Circuiti elettrici in tilt? Come mai?

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