Svizzera

Previdenza vecchiaia: i partiti borghesi compatti verso una nuova riforma

15 ottobre 2017
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Due settimane dopo la bocciatura della riforma previdenziale, PLR, PPD e UDC, secondo informazioni della "SonntagsZeitung", sono pronti a fare fronte comune per un passo pragmatico verso una nuova riforma.

Secondo il domenicale, i presidenti Gerhard Pfister (PPD), Petra Gössi (PLR) e Albert Rösti (UDC) si sono incontrati per sviluppare una strategia comune. Il PPD sembra quindi voler cambiare fronte, dopo essere stato a fianco del PS per la riforma della previdenza 2020.

Gössi e Rösti in realtà si mostrano ancora cauti e parlano di discussioni in corso con tutti i partiti, PS compreso. Pfister ha però dichiarato: "Siamo sostanzialmente pronti a lavorare insieme per un passo pragmatico per una riforma AVS".

Le idee di base rispecchiano le proposte formulate fino ad ora da PLR e UDC, ovvero "il pensionamento per tutti a 65 anni, un aumento dello 0,3% dell’IVA e una minima compensazione sociale per i redditi più bassi", ha detto il presidente democentrista Rösti. Gli ultimi due punti sono in realtà ancora in discussione, ma è comunque stato escluso un pensionamento a 70 anni.

Lo scopo è quello di creare un fronte più ampio possibile, in modo da convincere o forzare la mano al consigliere federale Alain Berset, responsabile degli interni.

Pfister ha giustificato il cambio di fronte del partito semplicemente con la decisione dei cittadini: "Il popolo ha detto no ed è quindi necessario trovare una nuova soluzione con nuovi partner", ha detto alla "SonntagsZeitung".

A sinistra la reazione a questa alleanza è quantomeno scettica. Il presidente del PS Christian Levrat dovrebbe incontrarsi la prossima settimana con i rappresentanti del PLR, ma le idee sono già chiare ora: "Non se ne parla neanche, un aumento dell’età pensionabile delle donne senza una vera compensazione non entra nemmeno in considerazione", ha affermato. "Se verrà decisa una riforma simile, lanceremo un referendum".

(ATS)

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