Racconto della settimana

Poesia d'estate

18 ottobre 2015
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Al volante, Giovanni ripensa alle parole di Carlo e di Pamela; ci riflette anche mentre legge ed elabora i dati che arrivano dal Centro Meteo Regionale. Intanto, intruso, sullo schermo dei suoi pensieri gira un film con immagini e parole disordinate che non chiedono alcun permesso.

Nei minuti che precedono la ripresa in diretta, lascia che il pettine di Marzia passi gentile tra i suoi capelli e metta ordine in quella testa annebbiata e dubbiosa. Cinzia gli ritocca le guance col pennello e sfuma gli angoli della bocca, perché le sue prossime parole possano uscire diverse, più tonde e meno pungenti.

Le luci puntano su di lui.

- Tre, due, uno: in onda! - Giovanni appare sullo schermo, dietro di lui le mappe climatiche.

- Buongiorno, niente di nuovo sotto le nuvole. La situazione rimane stazionaria: ancora cieli coperti su mezza Europa. Le linee circolari, dette isobare, che accerchiano da settimane queste grosse T sopra l’Europa … - le indica col dito, è il suo lavoro, quello di sempre, ma adesso le parole di Pamela soffiano una brezza nuova, disegnando il fumetto di un tempo diverso, con parole di un coraggio nuovo.

Fa una pausa. Il regista, dietro i vetri dello studio, lo fissa interrogativo. Il cameraman scarta di lato con la testa con espressione stupita.

Giovanni riprende a parlare; il suo viso è diverso, rilassato. Adesso è un altro, adesso non spiega, adesso racconta coraggioso la sua poesia.

Il suo indice punta verso quelle linee tonde, pronto a seguire una nuova via:

- … sono i cerchi di una muta danza indiana, per invocare l’arrivo dell’anticiclone delle Azzorre, quel fantasma capriccioso che quest’anno ha deciso di giocare a nascondino col nostro continente, lasciandoci un’estate di nuvole. Quelle stesse nuvole, secondo i poeti, uomini strani e ignoranti in meteorologia, ma coraggiosi e capaci di parole che asciugano il pianto, sono fatte del dolore degli uomini, urlato al cielo nelle stagioni difficili della vita e pronto a ricadere sulla terra, stanco, in lacrime di pioggia.

Non lamentiamoci allora del brutto tempo! Non aggiungiamo altra acqua alla pioggia delle lacrime passate. Aspettiamo che le vecchie tristezze si dissolvano, barattiamo la smorfia col sorriso e puntiamo fiduciosi alla bella stagione, sperando in un nuovo arcobaleno, capitani fieri del nostro vivere!

In quello stesso istante, Carlo firma il contratto con l’editore; Sandra Selti bacia la giovane sposa che esce sorridente dal suo salone mentre in piscina Mario ha appena iniziato una lezione di nuoto con due bambini.

A casa Pamela sorride davanti al televisore. Il tempo è cambiato, non piove più, un raggio di sole accarezza gentile il suo viso, illuminando una lacrima sulla sua guancia.

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