Scienze

Non chiamatele solo stelle, ci vuole un nome: ma come darglielo?

Quante stelle in cielo
(Tatiana Scolari)
29 novembre 2016
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Anche per le stelle del firmamento è giunto il tempo di rinnovare la “carta di identità”: lo ha deciso l'Unione Astronomica Internazionale (Iau), attivando una vera e propria “anagrafe” celeste, sempre aperta, con il duplice obiettivo di fare ordine tra i vecchi nomi della tradizione e di indicare i criteri con cui formulare i nuovi.

Sono già 227 gli astri “registrati” con nomi approvati: tra questi alcune conferme, come quello di Proxima Centauri, e alcune novità, come l'antico appellativo Rigil Kentaurus scelto come nome ufficiale per Alpha Centauri. Molte anche le “celebrità” schedate, dalla luminosa Vega fino alla Stella Polare, battezzata Polaris.

A raccontarlo è il segretario generale della Iau, Piero Benvenuti, astronomo all'Università di Padova. '«Dare nomi ufficiali ai corpi celesti è uno dei compiti istituzionali della Iau, che già nel 1920, un anno dopo la sua fondazione, incominciò ufficializzando i nomi delle costellazioni», spiega Benvenuti. «Questa attività nei decenni si è poi limitata nel dare nomi ai nuovi oggetti, come asteroidi e comete, mentre per le stelle si è fatto ben poco: da secoli le più brillanti hanno nomi assegnati dalla tradizione, per lo più di origine araba, greca e romana, che però non sono mai stati ordinati in un catalogo moderno».

Molti degli appellativi presentavano una situazione confusionaria: mancanza di uno spelling ufficiale, alcune stelle designate con più di un nome e addirittura nomi identici usati per indicare astri differenti. La necessità di fare pulizia «è nata un anno fa, quando abbiamo battezzato una ventina di nuovi pianeti esterni al Sistema solare con le loro stelle madri: i nomi sono stati scelti con l'aiuto degli astrofili di tutto il mondo e sono stati votati dal pubblico. Alcune stelle hanno assunto nomi particolari, come quello dello scrittore spagnolo Cervantes, e da lì abbiamo pensato di cogliere l'occasione per fare ordine anche sui nomi antichi».

È nato così un gruppo di lavoro permanente (Working Group on Star Names, Wgsn), composto da otto esperti, che ha iniziato a compilare il nuovo “catalogo moderno” delle stelle. Poche e semplici le linee guida, come accordare la preferenza a nomi brevi e a quelli che affondano le radici nel passato per mantenere, ove possibile, una continuità culturale.

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