Svizzera

No Billag, si vota il 4 marzo

(©Ti-Press/Gabriele Putzu)
18 ottobre 2017
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Il popolo sarà chiamato ad esprimersi sull’abolizione del canone radiotelevisivo il 4 marzo prossimo. Lo ha deciso oggi il Consiglio federale, che per quella data ha posto in consultazione anche il nuovo ordinamento finanziario 2021.

L’iniziativa popolare "Sì all’abolizione del canone radiotelevisivo" è invisa sia al Consiglio federale che al Parlamento. Entrambi raccomandano a popolo e Cantoni di respingere questa modifica costituzionale, senza opporle un controprogetto.

Il testo di legge in votazione, depositato dall’Associazione "No Billag" nel dicembre 2015 con 112’191 firme valide, prevede che la Confederazione non possa riscuotere canoni, né sovvenzionare o gestire emittenti radiofoniche o televisive. Se l’iniziativa venisse accettata, le attuali concessioni con partecipazione al canone verrebbero revocate senza indennizzo.

Attualmente il canone radiotelevisivo ammonta a 451,10 franchi per ogni economia domestica. Con la sua generalizzazione entro il 2019, la fattura dovrebbe diminuire a 400 franchi, mentre le imprese il cui fatturato supera i 500’000 franchi annui, sborseranno tra 400 e 39’000 franchi.

L’esito della votazione popolare solleva numerosi timori tra i difensori della Ssr. Il "sì" di misura alla riforma del canone radio-tv nel giugno del 2015 ha fatto trapelare un certo malumore in seno alla popolazione. Secondo diversi parlamentari della destra svizzerotedesca, ciò è dovuto all’arroganza e alla politicizzazione di quella che definiscono "radiotelevisione di Stato".

Tra i sostenitori della SSR figurano invece molti esponenti politici provenienti da regioni minoritarie o plurilingui come i Grigioni, che temono di rimanere senza una voce qualora il canone venisse abolito e l’emittente di servizio pubblico ridimensionata. Sarebbe quindi minacciata la coesione nazionale e il ruolo svolto dalla SSR delegato ad aziende tedesche, francesi e italiane.

Nuovo ordinamento finanziario

L’altro oggetto in votazione il prossimo 4 marzo è il nuovo ordinamento finanziario 2021. Esso mira a prolungare di 15 anni, fino al 2035, l’imposta sul valore aggiunto (IVA) e l’imposta federale diretta (IFD). Gli Svizzeri sono chiamati regolarmente a pronunciarsi su una tale proroga.

Tale decreto federale era l’unico oggetto pronto per essere sottoposto alle urne già il prossimo 26 novembre. Ma il governo aveva deciso che per quella data non vi sarebbe stata alcuna votazione popolare a livello federale. (Ats)

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