Commento

Nell’Ulster, come sperato

18 ottobre 2017
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Giusto così. La Svizzera, tra le otto squadre costrette a disputare gli spareggi per accedere ai Mondiali della prossima estate in Russia, è quella che nella fase di qualificazione ha ottenuto il maggior numero di punti (27 su 30). E allora è giusto che il sorteggio di Zurigo sia andato proprio come sognato. Per essere presente al quarto Mondiale filato, la Svizzera dovrà eliminare l’Irlanda del Nord, considerata come la più debole delle quattro possibili avversarie (le altre erano Svezia, Eire e Grecia). Un sorteggio benevolo, con la ciliegina di un confronto di ritorno da giocare in casa, verosimilmente a Basilea.

Nelle dichiarazioni a margine della cerimonia di accoppiamento, il selezionatore rossocrociato Vladimir Petkovic ha tenuto, come impone il suo ruolo, un profilo basso, dichiarandosi soddisfatto soprattutto dal fatto di poter disputare la seconda e decisiva partita davanti al pubblico di casa. La pelle dell’orso, in effetti, non va venduta con troppa fretta. Perché la selezione dell’Ulster sarà pure la più debole del lotto, ma possiede qualità in grado di mettere in difficoltà la Svizzera se questa scendesse in campo con l’atteggiamento sbagliato.

Andare a Belfast a fare risultato non sarà una passeggiata. La selezione di Michael O’Neill, seconda del gruppo C alle spalle della Germania (davanti a Repubblica Ceca e Norvegia), al Windsor Park ha perso una sola volta negli ultimi quattro anni (dai tedeschi, appunto) e nelle cinque partite qualificative ha subìto gol soltanto dai campioni del mondo (3, a fronte di 13 reti all’attivo). L’apporto caloroso dei 18’000 del Windsor Park e il gioco fisico in tipico stile britannico (anni 70-80) fanno dell’Irlanda del Nord un avversario scomodo.

A Belfast la Svizzera si è recata due volte: nel 1964, per le eliminatorie ai Mondiali del 1966 la compagine diretta da Alfredo Foni venne superata 1-0, mentre nel 1998, in amichevole, quella di Gilbert Gress si arrese sullo stesso punteggio. Si parla di un’altra epoca calcistica, in particolare per una Svizzera la cui progressione negli ultimi 15 anni è stata di gran lunga superiore a quella degli irlandesi, ma la prudenza non è mai troppa, soprattutto con la posta in gioco tanto alta.

Prudenza che non può però nascondere l’evidenza dei fatti: la mano di Fernando Hierro è stata gentile con una Svizzera che dovrà ora essere capace di assumersi appieno il ruolo di favorita, nonostante Petkovic ammonisca che «l’Irlanda del Nord è una grande squadra. In sette partite non ha permesso agli avversari di andare in gol. Adesso è importante che i nostri giochino nei loro club, che abbiano risultati positivi e soprattutto che non subiscano infortuni».

L’Irlanda del Nord sarà pure un avversario per certi versi scomodo, ma c’è chi sta peggio. L’Italia si è beccata proprio quella Svezia che avrebbe voluto evitare. Certo, non c’è più Ibrahimovic, ma brucia ancora quel supposto biscotto confezionato da svedesi e danesi a Euro 2004. E le ultime uscite (Macedonia e Albania) non inducono all’ottimismo...

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