Culture

Morto Dick Gregory, primo comico afroamericano

Dick Gregory
(Scott Keeler)
20 agosto 2017
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Il mondo dell’intrattenimento dice addio a Dick Gregory: il primo comico nero dell’era dei diritti civili. Il leggendario "stand-up comedian", amico di Martin Luther King e Malcolm X, è morto a causa di una infezione batterica a Washington. Aveva 84 anni.

Tra le sue battute, che sono tornate a girare sui social media nei giorni delle polemiche su Donald Trump e la questione razziale, celebre quella sulla segregazione dei neri in America: "Non è poi così male: avete mai sentito di un incidente stradale in cui la gente che stava dietro sull’autobus si è fatta male?". Oppure l’altra, su un ristorante del sud che si era rifiutato di dargli da mangiare perché "non serviamo i neri". Al che Gregory avrebbe risposto: "Benissimo. Io non li mangio. Mi porti invece del pollo fritto".

Prima di lui c'erano stati in America comici di colore: Sammy Davis, per esempio, solo che, prima di poter pronunciare battute sul palco dovevano esibirsi in numeri musicali o di danza. Gregory, il primo a fare della comicità pura come se fosse un bianco, aprì la strada a generazioni di "stand-up comedian" neri, da Bill Cosby a Richard Pryor, poi Eddie Murphy e oggi Chris Rock e Tracy Morgan, con il trio Michael Che, Leslie Jones e Kenan Thompson a Saturday Night Live.

Il successo arrivò nel 1961, quando Hugh Hefner sentì parlare di lui e lo chiamò per una sostituzione, poi confermata, al Playboy Club nel centro di Chicago. Negli anni Sessanta, quando si parlava di lui come di un Lenny Bruce di colore, Gregory fu una sensazione: guadagnava migliaia di dollari a settimana tra performance nei club, libri e dischi come "In Living Black and White", "Dick Gregory Talks Turkey" e l'autobiografia "nigger" con la "n" minuscola.

Fu anche un militante. Contro la guerra del Vietnam, per le riforme economiche. Con Martin Luther King a Selma, ferito nei riots di Watts a Los Angeles. Nel 1967 si candidò a sindaco di Chicago e perse contro Richard Daley ma restò attivamente impegnato in politica: l'anno dopo si candidò, senza successo, alla Casa Bianca, raccogliendo pochi voti.

(Ansa)

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