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Manto peloso e naso fino

Orso bruno europeo
22 aprile 2017
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Con l’arrivo della primavera l’orso si risveglia dal suo lungo sonno invernale. Fino al 1904 – anno in cui venne ucciso l’ultimo esemplare in Engadina – l’orso era un rappresentante a tutto tondo del locale regno animale. Dal 2005 in Svizzera migrano regolarmente giovani esemplari provenienti dall’Italia del nord (in particolare dal Trentino), regione in cui la popolazione si è consolidata grazie alla reintroduzione di orsi sloveni. Negli ultimi dieci anni, in Svizzera, è stata provata la presenza di almeno undici orsi. Alcuni hanno suscitato grande scalpore, altri sono rimasti praticamente inosservati. E’ comunque certo che altri orsi valicheranno i confini svizzeri.

Le caratteristiche

L’orso bruno è tra i più rappresentativi predatori del Paese. Appartiene alla stessa famiglia dell’orso polare e del panda. È plantigrado, come l’uomo: quando cammina, l’intero piede calpesta il suolo. Al mondo esistono tre sottospecie di orsi bruni: gli orsi Kodiak vivono in Alaska, gli orsi Grizzly in Nord-America, mentre da noi in Europa, ma anche in Asia, vive l’orso bruno eurasiatico. Quando si rizza in piedi, è grande circa due metri e pesa 180 chili. A seconda delle stagioni, un orso può essere più pesante o più leggero. Il naso dell’orso è molto sensibile e riesce persino a sentire l’odore del cibo ad una distanza di 19 chilometri. L’orso bruno possiede una buona memoria. Infatti si ricorda dei luoghi dove ha lasciato i resti delle prede, tornandovi regolarmente a mangiare. Sebbene l’orso bruno possieda un corpo possente, è molto agile e sportivo. E’ un buon nuotatore e correndo su corte distanze può raggiungere la velocità di un cavallo a galoppo. I giovani sono inoltre degli ottimi arrampicatori. Gli orsi sono animali solitari e non amano farsi vedere. Maschi e femmine si incontrano solo in occasione dell’accoppiamento in maggio e giugno.

Nutrizione

L’orso bruno mangia di tutto (non per niente è onnivoro). Ogni specie di cibo gli è gradita: more, mele, pere, noci, aglio orsino, formiche, cavallette, uova d’uccello, miele, topi, pesci e altro ancora. L’orso bruno non è un buon cacciatore. Solitamente si nutre di carogne, dunque di animali già morti, che, ad esempio, non sono riusciti a sopravvivere al freddo invernale. Sebbene l’orso appartenga alle specie carnivore, mangia poca carne. Il suo cibo è infatti costituito per i tre quarti da vegetali. In autunno deve assumere oltre 20 mila calorie al giorno per superare 

Cosa faccio se incontro un orso?

E’ altamente improbabile, ma non impossibile: se durante un’escursione in montagna ci imbattiamo in un orso, bisogna rispettare queste regole. L’orso è un animale cauto e diffidente e ha più paura lui di noi che viceversa, quindi se non provocato non attaccherebbe mai un essere umano e non si avvicinerebbe a gruppi di escursionisti.

 Quindi: se lo avvistiamo in lontananza (a cento metri ed oltre), allontaniamoci lentamente. Se dobbiamo proseguire nella stessa direzione dell’orso, facciamo attenzione a prendere un’ampia deviazione. Non bisogna disturbare l’orso e una volta lontani, bisogna fare molto rumore per evitare ulteriori incontri. Se però l’orso ha notato la nostra presenza, allora iniziamo a parlare con voce bassa e calma, allontanandoci con cautela, senza mai perderlo di vista (evitate di fissarlo negli occhi, perché potrebbe pensare che volete aggredirlo). Il messaggio che deve passare: sono un essere umano, non sono spaventato, non rappresento un pericolo e sto lasciando il tuo territorio.

 Se invece lo incontriamo a breve distanza - per quanto possa sembrare difficile - bisogna assolutamente mantenere la calma. Non bisogna spaventare questo plantigrado con grida o movimenti bruschi. E’ assolutamente vietato tirargli addosso pietre o pezzi di legno. Deve capire che non siamo aggressivi o minacciosi, ma allo stesso tempo non deve pensare che siamo prede. Per questo motivo: parliamo a voce alta, ma senza urlare spaventati. Torniamo indietro lentamente e ricordiamoci: mai correre, perché potrebbe stimolare il suo istinto predatorio. Se non riusciamo ad evitare un incontro ravvicinato, allora dobbiamo sdraiarci per terra, a pancia in giù con le gambe unite al petto e le mani intrecciate dietro il collo per proteggere le parti vitali. Non muoviamoci (sì, sembra quasi impossibile riuscirci, ma è l’unico modo per non essere percepiti come un pericolo) e aspettiamo diversi minuti, affinché si allontani. Se l’orso vede che ci muoviamo potrebbe tornare indietro. Se vediamo degli orsacchiotti ricordiamo una cosa: non girano mai da soli e la loro mamma di solito è molto agguerrita se pensa che i suoi piccoli siano in pericolo. Un ultimo consiglio: no, niente selfie con l’orso. No, niente foto ravvicinate. E no, non diamogli da mangiare. Non gettiamo resti di cibo nel bosco. L’orso, infatti, potrebbe abbinare la presenza di cibo a quella dell’uomo e perdere così la paura che normalmente lo tiene lontano.

 
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