Estero

Londra, i contorni dell'attentato più chiari di ora in ora

(Jonathan Brady)
17 settembre 2017
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Si chiude il cerchio attorno ai potenziali responsabili dell’attacco alla metropolitana di Londra avvenuto venerdì scorso. Secondo le rivelazioni del Mirror online, il 18enne finito in manette sarebbe un rifugiato siriano affidato alla coppia di anziani benefattori, Penelope e Ronald Jones, residenti a Sunbury-on-Thames, nel Surrey, la cui abitazione è stata passata al setaccio dagli agenti dell’anti-terrorismo. Ieri sera è stato arrestato a Hounslow, nell’ovest di Londra, un secondo sospetto, di 21 anni, e questo fa pensare che più di una persona fosse dietro l’attentato, ma allo stesso tempo le autorità hanno voluto rassicurare sui "buoni progressi" compiuti nelle indagini. Per questo l’allerta anti-terrorismo, che era stata innalzata al massimo livello, quello "critico", è scesa a quello inferiore, "grave", con un attacco che resta comunque altamente probabile.

Inizia tramite le testimonianze raccolte dai vicini dei Jones, del tutto estranei alla vicenda e che da decenni si prodigano per aiutare bambini e ragazzi, ad emergere il ritratto del 18enne. Un giovane in arrivo dalla Siria, che già due settimane fa era stato fermato dalla polizia ma poi rilasciato. "Con lui c’erano stati molti problemi – ha detto la vicina Serena Barber – c’era anche un altro ragazzo di origine siriana, ma lui invece era molto tranquillo". Secondo un amico dei Jones, il teenager aveva lasciato la casa da poche settimane, dopo aver compiuto 18 anni. È anche emerso che la sua cattura è avvenuta al porto di Dover poco prima che si imbarcasse su un traghetto per sfuggire alla polizia inglese. Non trovano invece ancora conferma le voci raccolte sempre fra i residenti di Cavendish Road, dove abitano i Jones, secondo cui sarebbero stati ritrovati esplosivi ed armi collegati all’attacco. Un’altra perquisizione è stata compiuta a Stanwell, sempre nel Surrey, in connessione con l’arresto avvenuto a Hounslow.

Il principale sospetto attentatore sarebbe partito da Sunbury-on-Thames per arrivare dopo mezz’ora di treno alla stazione di Wimbledon e da lì salire sulla carrozza della District Line stipata di pendolari dove ha piazzato il suo ’secchio-bomba’ deflagrato vicino a Parsons Green. Continua a far discutere il fatto che il 18enne fosse finito nel ’radar’ delle autorità. Voce non smentita dal ministro degli Interni Amber Rudd, sebbene oggi parlando alla Bbc abbia definito "pura speculazione" il controverso tweet pubblicato dal presidente americano Donald Trump subito dopo l’attacco alla Tube in cui affermava che i responsabili erano noti a Scotland Yard. Pur ribadendo che non è ancora chiara la matrice dell’attentato – "non c’è la conferma che sia opera dell’Isis" – il capo dell’Home Office ha voluto comunque rassicurare sui progressi fatti nelle indagini. "Vorrei dire a tutti di essere vigili ma non spaventati", ha detto, per poi annunciare che nei prossimi giorni verranno ritirati i militari dalle strade che restano però fortemente pattugliate da circa 1000 agenti, molti dei quali armati.

Tutto questo accade mentre Londra guarda avanti e propone all’Unione europea per il dopo Brexit un accordo sulla collaborazione per la sicurezza e contro la criminalità e il terrorismo. In particolare punta a mantenere meccanismi di cooperazione fra le forze di polizia e condividere una serie di principi fra cui la protezione dei dati personali e la difesa dei diritti umani.

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