Culture

La vita è trasformazione

(Paolo Ranzani)
24 novembre 2015
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(Intervista ad Arturo Brachetti) 

Pensatelo in carne ed ossa, mentre veste uno dei suoi 350 abiti nel tempo in cui Superman starebbe ancora allacciandosi le scarpe. Oppure statua di cera (una a Parigi e una a Montreal). O anche fumetto, mentre nei panni di SuperBrack interagisce con Topolino (o con Cattivik, che l'ha persino rapinato). Il soprannome Peter Pan è inflazionato, così come “Il nuovo Fregoli”, perché – se proprio si necessitasse del “nuovo qualcuno” – oggi si dovrebbe cercare il nuovo Brachetti, che non esiste. Motivo per il quale, bando alle molte forme fisiche e alle definizioni, si possono ammirare Arturo Brachetti e la sua arte a Lugano il 29 e 30 novembre (LAC – Sala Teatro, ore 20.30, prevendite www.ticketcorner.ch). E per chi volesse conoscere “il bambino che c'è in lui”, “Tanto per cambiare” (Baldini & Castoldi) è una quasi-autobiografia fresca di stampa. “Brachetti Che Sorpresa!”, lo show, ci consegna il grande artista in una dimensione in parte nuova, attorniato da altri illusionisti e comici-illusionisti. Ce ne parla lui, in persona: buio in sala...

...per caso avete intenzione di ripulire il caveau di una banca, come i mentalisti di “Now you see me”...?

Non c'è pericolo. Direi che le banche in generale possono stare tranquille, anche quelle svizzere...

Non sarai da solo, sul palco...

...già, e la sorpresa è questa. Ho cinque colleghi straordinari, funzionali alla storia. Tre di loro vivono nella mia valigia rossa: Luca Bono, giovanissimo illusionista che rappresenta l'infanzia, i due comici Luca & Tino, la mia follia, e Francesco Scimemi, la mia parte più terrena e “porcellosa”. La valigia rossa è la valigia della vita, e con questo bagaglio delle mie esperienze mi ritrovo in un videogame della vita, mentre tento di passare dal livello 3 al 4...

Cambi d'abito ed illusionismo, ma anche altre forme d'arte...

Disegnerò con la sabbia, esperienza inedita per chi mi conosce, e poi manipolerò delle luci laser, un esperimento nuovo per il pubblico europeo. Chi si aspettasse le solite cose da me, si ricrederà.

E con sabbia e laser, hai sperimentato tutto: anni fa anche il canto (un raro vinile, colonna sonora del suo “Amami Arturo”, spettacolo del 1987, n.d.r.)...

No, no! Il cantante è la mia più grande frustrazione, perché vorrei saper cantare bene, ma proprio non ce la faccio...

L'anagrafe dice 58, ma l'età vera? Almeno questo trucco ce lo sveli?

Te ne svelerò alcuni. Il primo è genetico ed è la mia mamma che ha 78 anni, ma ne dimostra 20 di meno. Il secondo trucco è la dieta: ho tolto la carne, mangio pasta e riso integrali, verdure, e soprattutto ho tolto i dolci, veleno. E poi ho alcuni trucchetti più banali come le creme per la faccia. A questo proposito, in Internet ce n'è una che fa miracoli, e che consiglierei a tutte le signore...

“Tanto per cambiare” è il tuo libro, un po' autobiografico, e un po' fiction...

E' un romanzo per bambini, ambientato nella Torino negli anni '60, e poi '70. Ci ho messo poco a trovare il nome del protagonista, che è Renzo, perché l'ho scelto tra uno dei miei tre nomi di battesimo (Renzo Arturo Giovanni, n.d.r.). Questo ragazzino di 10 anni, un po' vessato dai compagni bulletti, scappa dagli agguati inventandosi dei travestimenti: da bidella, da maestro, più grande da prete. Si scontrerà con Ugo, il figlio dell'imprenditore ricco, a suon di magie. La conclusione è pacifica, perché l'essenza del libro è che nella vita puoi sempre prenderti una rivincita, se anche sei piccolo e sfigatello e i compagni ti menano.

Fregoli è ancora seduto in sala a darti consigli, o adesso puoi fare da solo?

Il fantasma di Fregoli in Italia ed in Francia è sempre presente. In quanto mito, è assai difficile da dimenticare. Devo dirti la verità, in Francia hanno disegnato Chirac con il mio ciuffetto, in Italia mi citano nelle parole crociate, nei film, e nel lessico quotidiano, tipo ”mio marito non cambia mai, non è mica come Brachetti...”.

Quindi anche tu stai per diventare neologismo...

E' possibile. Ma devo dire che “fregolismo” è più veloce di “brachettiano”...

Il termine “trasformismo” se l'è rubato la politica. Oggi a molti politici si dà del moderno Fregoli, o del Brachetti di turno. Ti infastidisce la cosa?

No, mi sento di rappresentare il trasformismo buono. E comunque, di trasformismo, ne esiste anche uno onesto, inteso come capacità di cambiare idea, di trasformarsi e rinnovarsi. La vita, d'altra parte, è trasformazione, e la trasformazione è vita. E' nella natura umana...

Agli inizi sei stato un emigrante, non c'era spazio per te in Italia...

Sono proprio partito con le valigie. Ai giovani che se la sentono, io consiglio di partire, perché non fa mai male. Magari non per sempre, ma per quella necessità di trasformazione di cui parlavo prima: devi imparare una lingua, usi e costumi, nuove modalità di comunicazione. E' un po' come quando si faceva il militare fuori casa: a parte le fregature e la complessiva inutilità della cosa, come momento di crescita personale a qualcosa serviva...

Sei, per dirla all'inglese, “Top of the World”: ti è mai balenata l'idea di vivere di rendita ai Tropici?

Mai! Per me il fermarsi è Morte. Anzi, spesso mi devo dare una regolata. Mi è stato seriamente consigliato di puntare verso montagne sempre più alte, in modo che il viaggio sia sempre più sorprendente. Poi, puoi star tranquillo, ad un certo punto la natura ci penserà lei a fermarmi...

Esordisti al Trianon nello stesso giorno di Fregoli, la Francia ti ama, e ti ha incoronato Chevalier des Arts. In questo particolare momento storico per Parigi, la fantasia può in qualche modo salvarci?

L'essere umano risorge sempre dalle proprie ceneri. Il Male a volte è persistente, ma alla fine il Bene la spunta, per quanto ci vogliano spesso anni. Arriva sempre il giorno in cui le grandi dittature finiscono, i mafiosi invecchiano, e te li ritrovi in galera. C'è solo da sperare che il tempo non sia troppo lungo...

Un ultima domanda, a te che puoi: com'è volare?

...terapeutico. Ci si stacca dal suolo per raggiungere l'infinito, per ricevere quella sensazione di potersi davvero staccare da terra e sentirsi parte di qualcosa di superiore. Io volo ogni giorno per 2 minuti, ed è molto, molto bello...

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