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La «vedetta» delle Alpi

© Wild Wonders of Europe / Grzegorz Lesniewski /
6 maggio 2017
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Ti è mai capitato di scorgere una marmotta durante un’escursione in montagna? O magari anche solo di sentirla? La marmotta è uno dei più caratteristici abitanti delle Alpi. Per molto tempo è stata sul punto di estinguersi: cento anni fa era quasi scomparsa. Le marmotte venivano cacciate sia per la loro carne, sia per il loro grasso, usato per curare i reumatismi. Vivono soprattutto nei prati magri e rocciosi, privi di alberi e quindi, in generale, sopra il limite del bosco. Oggi sono diffuse su tutto l’arco alpino, dalle Alpi Marittime fino alle Alpi Orientali austriache e negli alti Tatra.A sud delle Alpi la popolazione di marmotte è più o meno stabile.

La tana

Le marmotte raccolgono e trasportano il fieno nelle loro tane con la bocca. Non lo conservano come provvista, ma per farsi un soffice giaciglio su cui dormire comodamente. D’inverno, dentro la tanta di una famiglia di marmotte, c’è molto più fieno di quanto potrebbe portarne un uomo robusto.Quella delle marmotte è una famiglia tradizionale: le marmotte non sono animali solitari.

Vivono in gruppi composti da 5 a 15 individui, tutti appartenenti alla stessa famiglia.

Le coppie rimangono insieme per anni e anche i piccoli vivono con i genitori per diverso tempo. Così si forma una grande famiglia con papà e mamma accompagnati da fratelli e sorelle di età diverse.

Giocare

Il gioco è un’arte in cui le marmotte sono delle vere maestre. Sono animali simpaticissimi che a noi umani suscitano tenerezza. Del resto come si fa a resistere guardando quelle masse pelose che si azzuffano giocosamente fra loro, fanno capriole e rotolano sui prati per diversi metri? Ogni tanto anche gli adulti partecipano alle baruffe giocose degli esemplari più giovani, mentre i più anziani preferiscono starsene tranquillamente sdraiati al sole.

Il letargo

Per la marmotta delle Alpi andare in letargo, più che un piacere, è una questione di vita o di morte. Quando la neve ricopre le erbe di cui si nutre va a rifugiarsi nella sua tana sotterranea. La sua temperatura corporea scende a meno di 5 gradi celsius, il cuore batte cento volte più lentamente del normale e il respiro rallenta fino a due volte al minuto. Ogni tanto deve riscaldarsi per poter riuscire a dormire: le funzioni fisiologiche ridotte al minimo consentono infatti di risparmiare energia ma non certo di riposare bene. Per la povera marmotta il letargo invernale è un’interminabile notte in bianco!

 
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