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La storia di Pietro, il 16enne nato senza avambraccio che diventa campione di voga veneta

20 novembre 2017
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Frequenta il liceo scientifico con un buon profitto, segue gli scout, suona la chitarra e soprattutto voga alla veneta. Tutto normale per un 16enne se non fosse che Pietro è nato senza l’avambraccio sinistro. Un problema, racconta il Gazzettino, che non gli ha impedito di classificarsi al terzo posto nelle "marciarele senior" della Regata Storica 2017.

Come Bebe Vio, anche per Pietro la sua menomazione è diventata la sua forza. "Qualche giorno prima della Storica mi si è rotta la protesi – dice il ragazzo, che vive con la famiglia a Chioggia – e non c’era tempo di aggiustarla. Quindi l’ho dovuta usare senza poter comandare apertura e chiusura della mano. Tanto che a un certo punto ho perso il remo e mi sono dovuto fermare per sistemarlo, premendo un bottone". La voga alla veneta prevede che l’atleta stia in piedi, particolare che rende ancor più difficile governare con il remo.

Per compiere questo miracolo Pietro si è rivolto al Centro Inail di Budio, lo stesso dove sono passati Alex Zanardi e Bebe Vio. Qui al ragazzo è stata fatta indossare la prima protesi, accettata con grande naturalezza. La vera svolta è arrivata con la scoperta della voga alla veneta dopo nuoto, tennis e sci. "Lì mi si è aperto un mondo – conferma. Ho iniziato a fare regate alle medie, ricordo la prima alla Giudecca. Ero uno sconosciuto e i ragazzi mi guardavano con imbarazzo. Poi ho iniziato a conoscerli ed è cambiato tutto". La circostanza che stupisce di più è che Pietro sia un poppiere e che, per governare la barca, il braccio sinistro sia quello più importante per consentire la velocità di entrata in acqua e la possibilità di manovrare.

Il suo sogno, ora, è che qualcuno lo aiuti a progettare e realizzare una nuova protesi con dei sensori che gli permettano i movimenti di cui ha bisogno per coltivare la sua passione per il remo. Tanto più che vuole cimentarsi in una impresa ancor più difficile: passare dalla "mascareta" al "pupparino", dove il poppiere non ha altro appoggio per la gamba dietro se non il "taparin" (punta piede).

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