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Il Jazz Cat riparte dall’Italian Feel

23 ottobre 2017
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Si apre questa sera la decima stagione del Jazz cat Club, che ha in programma una serata intitolata “Italian Feel” con  due giovani talenti del vocal jazz: in apertura la giovane stella del “nu soul” Serena Brancale, già ammirata la scorsa estate a JazzAscona  e, a seguire, il quartetto di Walter Ricci, 28enne cantante e crooner  napoletano portato su un palmo di mano da artisti come Fabrizio Bosso, Stefano di Battista e Mario Biondi, che con molta personalità e una voce splendida, a la Michael Bublé, ha oramai spiccato il volo a livello internazionale. Breve intervista

Crooner, cantante jazz, jazzman…  Come artista in che modo ti definisci?
Non amo essere definito un crooner, credo sia una definizione limitata a solo una parte di quello che faccio.  Coltivo il jazz e in generale la musica che viene dal passato divertendomi oggi a riproporla, ma amo tutta la musica, senza eccezioni né di genere né di tempo. E’ tutto materiale prezioso da elaborare e da interpretare.  

Da qualche parte ti hanno etichettato come il Bublé italiano. Che ne dici?
Mi lusinga ... Ma mi fa pure un po’ sorridere… 

Bublé fra l’altro l’hai incontrato quando lavoravi a Domenica in… Che tipo è?  
È una persona molto gradevole. Dopo la trasmissione siamo andati a cena, per qualche ora abbiamo chiacchierato, cantato e scherzato.

Sinatra, la Fitzgerald, Tony Bennet ti hanno attratto sin da piccolo. Che cosa è rimasto di quegli ascolti? 
Dal momento in cui ho ascoltato la voce di Sinatra mi è cambiata la vita. Da lì sono arrivato a Bennet, da Bennet a Bill Evans, da Evans a Miles Davis, ecc.  Quegli anni sono pieni di magia, d’ispirazione profonda. Se sei un jazzista e vuoi creare qualcosa di interessante oggi, il minimo da fare è ascoltare la musica di quel periodo, analizzarla in ogni aspetto fino a farla propria.

Tu sei napoletano, quanto “Italian feel” c’è nella tua musica?
L’essere italiano, e soprattutto napoletano, si manifesta nella melodia, nel cuore che metto in quello che faccio. Sono caratteri dominanti quando canto e compongo la mia musica, insieme a tutto quello che ho ascoltato e che ancora ascolto, e a quello che ho vissuto in prima persona sui palchi di tutto il mondo.

Per il concerto di Ascona che cosa ci hai preparato? 
Alcuni standard, ovviamente nella nostra versione, qualche brano originale e una melodia napoletana.

Serena Brancale la conosci bene, vero?
Sì, ed  è un artista forte... C’è grande stima sul piano lavorativo. 

Oltre che cantante sei anche compositore… Quanto importante è questo aspetto? 
Per me scrivere musica è fondamentale per trovare la mia identità, per poter comunicare veramente chi sono, anche quando canto brani composti da altri.

Stefano Di Battista, Fabrizio Bosso, Mario Biondi, Antonio Faraò, varie collaborazioni in Francia … Ti muovi in tante direzioni suddividendoti fra Italia e Francia… 
Questi artisti mi hanno dato tanto e offerto grandi opportunità. Ho appena partecipato all’ultimo album di Fabrizio Bosso in uscita a novembre, dal titolo Merry Christmas Baby. Qualche anno fa sono andato a Parigi, ho formato un quartetto che mi ha permesso di farmi conoscere e oggi ho la fortuna di collaborare con dei grandi musicisti come Dede Ceccarelli, Jean-Pierre Como e altri. In Italia ho un trio a mio nome, in cui canto e suono il pianoforte, un quartetto e ultimamente ho realizzato un solo, piano e voce.

Progetti immediati? E sogni nel cassetto? 
Da qualche tempo sto componendo e lavorando alla realizzazione del mio primo album. Sogni? Tanti, i sogni mi fanno svegliare al mattino pensando a una nuova melodia da cantare.

“A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata” cantava Battiato. Hai mai capito che cosa volesse dire? 
Sarà che all’epoca la verdura era più buona...

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