Estero

Il fiume Enza rompe gli argini, sfollato un migliaio di abitanti nel Reggiano

12 dicembre 2017
|

Quando si è aperta una falla nell’argine del fiume sembrava che la situazione potesse essere tenuta sotto controllo. Per un po’ volontari e operai hanno lottato con i sacchi di sabbia, ma quando il colmo di piena del fiume Enza ha raggiunto Lentigione, paese del Reggiano nel Comune di Brescello, è stato subito chiaro che c’era una sola cosa da fare: mettersi in salvo. È così che, in mattinata, l’acqua ha invaso il paese rendendo necessaria l’evacuazione di circa mille persone. Il fiume Enza attraversa il reggiano per poi gettarsi nel Po, appena qualche chilometro dopo Lentigione. La piena ha invaso i piani terra delle case senza preavviso, ha allagato la campagna industrializzata, fra i vari capannoni qui c’è la sede della Immergas, senza dare il tempo alle persone di mettere in salvo le proprie cose.

Non ci sono stati feriti, ma si teme che la conta dei danni, che potrà cominciare quando l’acqua se ne sarà definitivamente andata, presenti un conto molto alto. Nessuno, infatti, era stato avvertito. L’argine, fino a ora, non aveva mai minacciato problemi. Ad occuparsi del disastro, peraltro, non c’è nemmeno un sindaco, ovvero quello che sarebbe stato l’erede putativo di Peppone che con don Camillo, dalla fantasia di Giovannino Guareschi, ha reso celebre Brescello. Il Comune è infatti il primo dell’Emilia-Romagna a essere stato sciolto per mafia. "L’obiettivo che ci diamo – ha detto Giacomo Di Matteo, uno dei commissari prefettizi – è far trascorrere a tutti il Natale a casa". I circa mille abitanti del paese sono stati evacuati fin dalle prime ore della mattina: per metterli in salvo sono stati necessari anche gli elicotteri e non è mancato chi, contravvenendo all’ordinanza di evacuazione, ha preferito rimanere nella propria cosa, soprattutto se si trova ai piani alti dove l’acqua non è arrivata.

Il livello ha raggiunto il metro e mezzo nelle zone più colpite, poi, grazie anche a interventi idraulici, è calata sensibilmente, riducendosi, a sera, a qualche decina di centimetri. Solo quando se ne sarà andata del tutto e la situazione sarà tornata in sicurezza, si potrà cominciare a pulire Lentigione dal fango e cominciare a contare i danni. Intanto sono stati creati due centri accoglienza, in paesi vicini, due palestre riscaldate e con il servizio mensa dove chi non ha trovato una soluzione alternativa potrà passare la notte. Nei prossimi giorni le prime persone potranno tornare a casa e si capirà come procedere, anche nella richiesta di uno stato d’emergenza, preannunciata dalla Regione al premier italiano Gentiloni, per ottenere aiuti per riparare i danni. Con la speranza, soprattutto, che tutti possano trascorrere il Natale nella propria casa asciutta, avendo consegnato "l’alluvione del 2017" agli annali e alla memoria collettiva.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔