Commento

Il 4x4 e le matrioske

(Samuel Golay)
22 marzo 2017
|

Attenzione scotta! Parliamo dell’ulteriore capitolo – incandescente dal punto di vista politico e istituzionale – apertosi sul caso Argo 1, l’agenzia di sicurezza fatta chiudere dalla mattina alla sera perché impiegava un presunto reclutatore dell’Isis.
Il nuovo capitolo è incentrato sulle dichiarazioni rilasciate ai mass media dal capo del Dipartimento istituzioni che a caldo aveva commentato la notizia dell’arresto elogiando il lavoro di intelligence svolto dai nostri servizi segreti. In breve: se la mela marcia era stata prontamente individuata, lo si doveva al loro monitoraggio.
Passati alcuni giorni, le parole gobbiane hanno fatto nascere i primi interrogativi: ma cosa sapeva di preciso Norman Gobbi sul lavoro svolto dai nostri servizi segreti? E da quando sapeva? E come mai, se sapeva perlomeno qualcosa, non ha informato nemmeno sommariamente i suoi colleghi di governo? Di mezzo c’era una situazione di pericolo per lo Stato, o no? Giusto tacere? O sbagliato?
Domande non da poco, perché Gobbi sapeva che sul territorio cantonale agiva un presunto reclutatore dell’Isis, ma per mesi non ha informato i colleghi di governo. È allora altresì importante sapere in base a quali ragionamenti egli ha ritenuto opportuno non sbottonarsi. Lo ha fatto per questioni strettamente formali, per esempio perché era tenuto al rispetto del segreto assoluto da parte di chi lo aveva informato (chi? i servizi segreti? il comandante della polizia cantonale? entrambi?) per eminenti esigenze d’inchiesta? O lo ha fatto perché non si fidava e temeva che, mettendo i quattro suoi colleghi al corrente del segreto, c’era il rischio di danneggiare l’inchiesta? O ancora, non lo ha fatto – ma allora sarebbe grave! – per riuscire a sfruttare al massimo dal punto di vista politico l’informazione riservata, nel senso che gli onori dell’operazione di polizia sarebbero andati tutti a favore del lavoro degli inquirenti (parte dei quali dipendono dal suo comandante della polizia) e allo stesso tempo la bomba sarebbe scoppiata nelle mani del collega Beltraminelli? Quest’ultimo colpevole nell’aver dato un mandato diretto di oltre tre milioni di franchi a Argo 1 senza tenere al corrente della scelta, poi continuata negli anni, il Consiglio di Stato!
Domande queste che anche parte della politica si sta ponendo con una certa insistenza in queste febbrili settimane nelle quali gli scandali sembrano tante matrioske. Ricordate? Dapprima con Gobbi sulla graticola per via degli arresti alla migrazione (inchiesta penale che contina del resto a generare sottocapitoli); poi col mandato diretto milionario che ha fatto scordare per un attimo Gobbi e messo in croce Paolo Beltraminelli perché lo ha tenuto nascosto; mentre ora il dito è di nuovo puntato contro Norman4x4: cosa sapeva del lavoro dell’intelligence e perché non ha aperto bocca in governo?
Elemento in comune fra i due grandi comunicatori oggi sul grill: entrambi hanno improvvisamente perso la voglia di convocare conferenze stampa, fare dichiarazioni, mostrare sicurezza, twittare eccetera. Forse perché si sono accorti che le parole hanno significato e peso, che gli occhi dei vari gruppi politici puntati loro addosso cominciano a essere davvero tanti e che le interpellanze fioccano. Ovvio che anche i cittadini comincino a chiedersi: ma che cosa sta succedendo a Palazzo? I politici vengono eletti perché amministrino bene la cosa pubblica, lavorino in squadra, non per farsi sgambetti o per lanciare fumogeni.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔