Commento

I Sinplus a JazzAscona?

23 giugno 2017
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Si è aperto ieri sera JazzAscona con un’altra benefica scarica di energia “made in New Orleans”. Ma il festival non è solo questo, da tempo ormai i suoi confini sonori si sono ampliati ben oltre la Louisiana e il jazz cosiddetto classico. Negli anni si sono potuti vedere e ascoltare sul lungolago sempre più artisti bianchi, europei, comunque non direttamente legati alla scena di New Orleans; artisti che con il loro bagaglio di molteplici esperienze musicali hanno ampliato lo spettro di stili, sfumature e possibili contaminazioni che fanno anche del jazz un genere vivo, in movimento.

Ci si è spinti anche piuttosto lontano dal territorio di riferimento (Ornella Vanoni, per fare un esempio), si è sondato ciò che di giovane, maturato nel grande ventre del jazz, può arrivare anche al grande pubblico (un anno fa, il bellissimo concerto di Raphael Gualazzi). Si è provato a far coesistere la coerenza di fondo di un festival di genere con l’esigenza di rinnovare e allargare il suo pubblico, guadagnando in visibilità mediatica, a livello regionale, nazionale e internazionale. Ma lo si è fatto, ci pare, in modo tutto sommato equilibrato; per far fronte alle difficoltà economiche che accompagnano l’organizzazione di una manifestazione di questo tipo, ma senza snaturarsi né perdere in credibilità. Questo, al di là di tutto, crediamo sia un merito da riconoscere al direttore artistico, Nicolas Gilliet, alla sua passione e alla sua competenza.

Ecco perché, spulciando il programma di quest’anno, si resta un po’ perplessi di fronte al concerto dei Sinplus. Lo hanno notato con noi anche alcuni lettori: che cosa c’entrano i Sinplus con il jazz? Niente, è del tutto evidente. Il comunicato stampa dell’edizione 2017 “assolve” per altro Nicolas Gilliet: i fratelli Broggini si esibiranno “su invito” di Ascona-Locarno Turismo, di cui sono testimonial con una loro canzone. Del resto ci pare fosse fin da subito intuibile che questa non è stata una scelta del direttore. Un allargamento coerente al pop-rock avrebbe infatti suggerito di orientarsi verso artisti che il jazz in qualche modo lo hanno respirato, ne hanno fatto una fonte di ispirazione o una componente del proprio stile.

D’accordo, è solo un concerto all’interno di un programma che ne presenta 160 in dieci giorni. Inoltre, JazzAscona “vuole crescere ampliando sempre più lo spettro musicale delle sue proposte” (parole del presidente). La questione, crediamo, è crescere con un criterio, con radici ben salde in un territorio d’elezione, difendendo quindi la propria missione, la propria coerenza e in definitiva la propria credibilità. È l’imperativo di ogni manifestazione culturale di un certo livello, anche per questo vengono stipendiati i direttori artistici.

Ripetiamo, è solo un concerto e i Sinplus sono per altro rispettabilissimi, nel loro genere. JazzAscona è un’altra cosa e questo, seppur isolato, scavalcamento del direttore (non riusciamo ad interpretarlo altrimenti), non ci pare un segnale né positivo né lungimirante. Che cosa potrà mai pensare, poniamo, un anonimo cultore germanico del jazz venuto fino ad Ascona per scoprire lo sguardo competente di questo festival, sotto il palco dei Sinplus? Il respiro internazionale di una manifestazione culturale della qualità di Jazz­Ascona si guadagna prima e si difende poi, anno dopo anno, curando ogni dettaglio. I direttori veri, quale è Gilliet, lo sanno.

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