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Gli oceani hanno caldo

© Cat Holloway / WWF
10 giugno 2017
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In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani che è stata celebrata l’8 giugno il WWF ricorda la drammatica situazione degli oceani e dei mari del mondo: questi splendidi ecosistemi sono messi a dura prova a causa dei cambiamenti climatici. Tra le conseguenze globali dell’aumento di CO2 nell’ atmosfera c’è infatti un impatto diretto sugli oceani, la porzione “blu” del pianeta che a sua volta svolge un ruolo cruciale nella stessa regolazione del clima. I mari e gli oceani assorbono mille volte più calore dell’atmosfera. Ad oggi hanno trattenuto il 90% dell’energia in più dovuta all’incremento dei gas serra. Non solo: l’80% degli stock ittici sfruttati commercialmente è soggetto a pesca eccessiva o è da essa minacciato. Il 40% di tutti gli esseri viventi marini catturati viene inoltre considerato pesca accidentale e viene rigettato in mare, morto o moribondo. Anche gli allevamenti minacciano la vita nei mari e negli oceani: il pesce allevato, infatti, viene generalmente nutrito con olio o farina di pesce. Se non verranno prese misure a riguardo, sarà a rischio il lavoro di 800 milioni di persone nel mondo.

Infine: la vita di milioni di persone che vivono lungo le coste sarà influenzata a causa dell’innalzamento dei mari (città come Tokyo e Singapore potrebbero essere interamente sommerse).

Ma torniamo agli oceani: un terzo del calore prodotto dagli esseri umani è penetrato fino a una profondità superiore a 700 metri: questo potrebbe soffocare la vita delle creature marine entro 20 anni secondo un recente studio del National Center for Atmospheric Research. In più gli oceani e i mari assorbono circa il 30 % della CO2 che le attività umane emettono nell’atmosfera (per esempio bruciando i combustibili fossili) e questo provoca l’acidificazione degli oceani: dall’inizio dell’era industriale, l’acidità degli oceani è aumentata del 26% e circa la metà delle barriere coralline è andato completamente perso. Se non freniamo il riscaldamento globale, l’altra metà andrà persa entro il 2050.  Lo stesso Mediterraneo è in forte declino: un triste indicatore è la grande diffusione delle meduse. Mentre prima si registravano picchi di presenza di meduse ogni 10-15 anni, oggi abbiamo cadenze annuali.

Cosa possiamo fare noi? Ricorda: acquistando pesci d’allevamento bio si ha la garanzia che il mangime sia stato ottenuto da fonti sostenibili e l’allevamento e densità di occupazione siano rispettose degli animali. Non solo: negli allevamenti bio è vietato l’utilizzo di antibiotici. Scarica l’App del WWF che contiene la guida completa. Lì troverai ogni tipo di pesce con i vari consigli se può essere acquistato o meno. La guida completa si trova anche sul sito wwf.ch.

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