Economia

Eppure il franco pesa ancora troppo

È quasi parità
(©Ti-Press/Carlo Reguzzi)
20 marzo 2017
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L’industria elvetica non ha ancora digerito completamente il rafforzamento del franco svizzero. Solo la metà delle imprese è soddisfatta dell’evoluzione degli affari, ma sono aumentate rispetto allo scorso anno le società che si aspettano dei miglioramenti per l’anno in corso. Lo indica uno studio effettuato dalla società di consulenza EY.

Circa la metà – il 52% – delle 202 industrie elvetiche interrogate considera "buona" la sua situazione commerciale attuale. Si tratta del valore più basso di tutti i settori economici.

Per i prossimi sei mesi, le industrie sono però più ottimiste: il 37% – l’anno scorso erano il 31% – si attende un miglioramento della sua situazione commerciale. Solo le imprese delle scienze della vita hanno prospettive più ottimistiche. Quasi la metà delle società industriali – il 48% – si aspetta una stagnazione degli affari nel prossimo semestre.

Parallelamente aumentano le imprese che si trovano in una situazione critica: attualmente sono il 12%, un anno fa erano l’8%. Da notare anche che l’11% delle industrie interrogate ha la sopravvivenza quale unico obiettivo economico. Un dato in aumento per il terzo anno consecutivo.

Una impresa industriale su tre ritiene comunque che nel primo semestre di quest’anno la congiuntura elvetica migliorerà. La quota dei "pessimisti" è dal canto sua scesa dal 29% all’11%.

Gli indicatori macroeconomici rivelano che l’economia svizzera continua a crescere, così come nell’UE e negli USA, afferma Marcel Stalder, CEO di EY Svizzera, citato in una nota. "Le aziende si aspettano quindi un miglioramento della loro situazione economica per l’anno in corso. Tuttavia, il livello rimane basso e le medie imprese industriali non hanno ancora tutte digerito lo shock del franco", ha aggiunto.

Più in generale, Stalder ritiene che le imprese abbiano bisogno di condizioni quadro competitive. Serve quindi un nuovo modello d’imposizione fiscale, ha aggiunto facendo riferimento alla recente bocciatura in votazione della terza Riforma dell’imposizione delle imprese (RI imprese III).

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