Scienze

Domani la giornata contro l'epatite. L'Oms: 'obiettivo la diagnosi'

Marc Bulterys, Hepatitis Programme, a G
27 luglio 2017
|

Nel mondo ben 325 milioni di persone vivono con un’infezione cronica da epatite B o C. La maggior parte non ha accesso a test e terapie salvavita, con il rischio così di veder progredire la loro malattia in cirrosi o cancro. Lo ricorda l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in occasione della Giornata mondiale dell’epatite (World Hepatitis Day), che si celebra domani con lo slogan "Eliminate hepatitis". Nel 2015 l’epatite ha ucciso 1,34 milioni di persone, un numero paragonabile a quello causato dalla tubercolosi e dall’Hiv. Tuttavia, rileva l’Oms, mentre la mortalità da Hiv è in calo, quella da epatite è in aumento.

Non manca tuttavia qualche nota positiva. I nuovi casi di infezione da epatite B sono in diminuzione, grazie all’aumento della copertura vaccinale nei bambini. Globalmente, circa l’84% dei bambini nati nel 2015 ha ricevuto le tre dosi raccomandate del vaccino. Il numero dei bambini sotto i cinque anni con l’infezione è sceso dal 4,7% (del periodo precedente l’introduzione del vaccino) all’1,3%. L’epatite B è diffusa soprattutto in Africa (6,1% della popolazione) e nell’area del Pacifico occidentale (6,2%), mentre l’epatite C nell’area orientale del Mediterraneo (2,3%) ed Europa (1,5%). Contro questa forma di infezione non ci sono vaccini disponibili, e l’accesso alle terapie rimane basso.

Uno degli obiettivi dell’Oms è di arrivare a diagnosticare il 90% delle persone e trattare l’80% dei malati entro il 2030. Nel 2015 infatti solo il 9% delle infezioni da epatite B e il 20% da epatite C è stato diagnosticato. Ancora più basse le cifre dei pazienti in cura: rispettivamente l’8% e il 7%. "Sempre più Paesi stanno rendendo disponibili alle persone bisognose i servizi per l’epatite, offrendo i test a meno di 1 dollaro e la cura per l’epatite C con i superfarmaci virali sotto i 200 dollari", commenta Gottfried Hirnschall, dell’Oms. L’obiettivo di eliminare completamente la malattia entro il 2030 non è comunque irrealistico, secondo l’Oms, visti i risultati raggiunti in 28 Paesi con alta diffusione

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔