Luganese

Distrutto un castello di 'false credibilità': condannato sedicente consulente finanziario

14 dicembre 2017
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Avevano messo in piedi un vero e proprio ‘castello di credibilità’: eleganti e spaziosi uffici luganesi (anche se i mobili non erano però mai stati pagati), e l’alettante promessa di guadagni milionari attraverso joint venture. Quando temevano di essere scoperti chiudevano la società e la riaprivano sotto altro nome, così per cinque anni (dal 2011 al 2016). Oggi in aula è comparso il correo, un italiano di 63 anni, di quella che è stata una truffa ai danni di almeno 47 persone, diversi gli imprenditori della vicina penisola. L’ex direttore della Coexsu Société Pour Le Commerce Extérieur Ag e della Airbang Trading Sa, un connazionale 69enne, è già stato condannato a 2 anni e 6 mesi in un processo, sempre con rito abbreviato, tenutosi ad inizio mese (cfr. ‘laRegione’ del 6 dicembre). Per il consulente finanziario, in carcere dall’aprile scorso, la Corte delle assise criminali, presieduta da Amos Pagnamenta (giudici a latere Giorgio Carlo Bernasconi e Aurelio Facchi), ha sottoscritto l’atto d’accusa del procuratore Andrea Maria Balerna che lo ha condannato, per truffa aggravata e ripetuto riciclaggio di denaro, a una pena di 3 anni di cui uno da espiare e all’espulsione dalla Svizzera per 10 anni. Ingente la somma ‘estorta’ alle vittime: più di un milione e 700mila euro che i due chiedevano a titolo di anticipi così da coprire le spese necessarie all’attivazione e alla fruizione dei finanziamenti prospettati. Denaro che veniva poi utilizzato per altri scopi, soprattutto personali. Consistenti del resto i bonifici o le consegne a mano attuati dalla persone truffate: si va dai 5mila ai 250mila euro per volta. Soldi che, secondo il ‘gatto e la volpe’ si sarebbero moltiplicati fino a sei zeri. Come detto le persone cadute nella rete del millantatore, difeso dall’avvocato d’ufficio Massimiliano Parli, non erano solo semplici privati cittadini, ma anche Srl, aziende, Sas, agenzie immobiliari, società per azioni e discreti imprenditori italiani che, spesso e volentieri, affidavano al duo quote di denaro non dichiarato al fisco. A portare a galla la truffa la segnalazione di un cliente che aveva cominciato a dubitare della professionalità e della trasparenza dei due correi. Da qui l’avvio dell’inchiesta e l’arresto, in uno dei suoi sopralluoghi elvetici mirante ai truffaldini affari, del 63enne residente in provincia di Caserta e titolare in Svizzera di alcun permesso.

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