Chiasso

Dalla Lombardia a Chiasso a 'caccia' di vaccini 

(Samuel Golay)
19 agosto 2017
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Da realtà di frontiera qual è, Chiasso è abituata a ogni sorta di pendolari. Ci sono i frontalieri del posto di lavoro, ma rappresentano la quotidianità. Poi ci sono i pendolari del pieno, i quali, seppur con alterne fortune (per i benzinai), non fanno (quasi) più notizia. Questa estate, però, la cittadina è stata meta assidua di un’altra forma di pendolarismo, quello della... salute. Dalla primavera in poi, infatti, le farmacie in centro città sono state molto sollecitate, per lo più, da aspiranti viaggiatori pronti a prendere il volo per il Sudest asiatico, l’India o Bali. Tutte destinazioni dove è più alto il rischio di venire in contatto con acqua o cibi contaminati e per le quali i medici consigliano di vaccinarsi contro l’epatite A. Difficile, però, seguire le prescrizioni sanitarie quando il vaccino proprio non si trova. Oltreconfine, di fatto, da tempo sono terminate le scorte di Havrix, questo il nome del preparato. «Solo a luglio abbiamo ricevuto oltre un centinaio di richieste – ci confermano alla Farmacia internazionale del dottor Merloni –. La domanda, però, è iniziata sin da maggio». E ogni volta a mettersi sulle tracce del vaccino era la clientela italiana in procinto di partire per l’estero e intenzionata a seguire la profilassi suggerita dalle stesse Aziende sanitarie locali. Non a caso, a fare il paio con l’Havrix c’è pure il Malarone, ci dicono sempre in farmacia, un antimalarico che al di qua del valico costa persino meno («40 euro anziché 54», precisa il titolare). In genere ci si presenta al banco con la ricetta medica. «In effetti quest’anno abbiamo registrato un vero e proprio boom di vendite – ci confermano alla Farmacia centrale –. Soprattutto da Comasco e Varesotto chiamano, prenotano e passano a ritirare il vaccino. Sta di fatto che se prima ce ne richiedevano cinque confezioni in un anno, in questi ultimi mesi siamo passati a una settantina». Poco distante, alla Farmacia Liver, non era mai capitato prima di restarne sprovvisti. «Il 2017 è di sicuro un anno atipico – ci spiegano –. E non solo per quanto riguarda l’epatite A. Nel caso dell’Engerix B (per l’epatite di tipo B, ndr) si è verificata una rottura di stock, insufficiente a fronteggiare tutte le domande. Ma ci sono giunte richieste pure per l’antipoliomielite o altri vaccini combinati». Un’ondata inattesa che ha spiazzato, ci confermano, Swissmedic e gli stessi distributori. Con tutta probabilità a questo fenomeno non sono estranee né le polemiche alimentate sul tema delle vaccinazioni in Italia, né la casistica che si è registrata in Lombardia. Regione nella quale, come riferito ieri dal ‘Corriere della Sera’, da gennaio si sono contati 759 casi di epatite A a fronte dei 106 del 2016. Tant’è che si è arrivati a parlare di epidemia e a invitare pubblicamente le persone a passare la dogana con il Ticino e a rivolgersi alle farmacie locali. Insomma, a fare i pendolari del vaccino. Almeno sino a quando non sarà di nuovo disponibile gratuitamente con il sistema sanitario nazionale.

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