Svizzera

Centri d'internamento per stranieri, no del Consiglio federale

(Francesca Agosta)
17 agosto 2017
|

Gli stranieri che dovrebbero lasciare la Svizzera in ragione di una domanda d’asilo respinta non saranno collocati in centri di internamento. Lo ha stabilito il Consiglio federale in risposta a una mozione in tal senso dall’Unione democratica di centro. La richiesta del gruppo voleva "incentivare le partenze volontarie e minimizzare i rischi per il pubblico" nei casi in cui l’esecuzione dell’allontanamento è inammissibile o impossibile.

L’esecutivo, nella sua risposta, fa presente che l’internamento in uno stabilimento chiuso è stato abolito nel 1995 con l’introduzione della legge federale concernente misure coercitive in materia di diritto degli stranieri. Ciò è avvenuto in particolare a causa dell’incompatibilità della normativa dell’epoca con la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (Cedu).

Gli autori della mozione chiedono l’internamento delle persone il cui allontanamento è ritenuto "inammissibile" poiché vi si oppongono impegni internazionali assunti dalla Svizzera. Secondo la legge, una privazione della libertà è infatti ammissibile soltanto se è in corso una procedura d’espulsione o d’allontanamento. Secondo il Consiglio federale, inoltre, attualmente vi sono sufficienti possibilità di imporre l’obbligo di partenza o l’espulsione di una persona. Il governo propone pertanto di respingere la mozione (Ats).

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔