A chi gli chiede cosa ne pensi di ciò che è successo a Chris Froome, Tony Martin risponde che è «uno scandalo». Nel senso che è scandaloso che il britannico non sia stato sospeso nonostante i risultati anomali dell'antidoping. «Sono furioso – dice il tedesco, vincitore a quattro riprese del titolo mondiale a cronometro, affidando le sue parole alla sua pagina su internet –. Nel caso di Froome sono stati applicati chiaramente due pesi e due misure». Per poi rincarare la dose: «Nell'opinione pubblica, ma vale anche per il sottoscritto, l'impressione è che dietro le quinte si sia intallazzato, per cercare di uscire bene da questa storia. Che (Froome, ndr) e la sua squadra beneficino di uno statuto particolare?».
L'arrabbiatura di Martin ha una ragione ben precisa. «A lui è al suo team l'Uci ha dato del tempo per spiegare l'accaduto». In altri casi, invece, i ciclisti «erano stati immediatamente sospesi. Non conosco alcun altro caso simile nel recente passato – conclude Martin, aggiungendo che «è uno scandalo: non avrebbe dovuto avere il diritto di partecipare ai Mondiali», nel mese di settembre. Dove, tra l'altro, aveva conquistato il bronzo nella prova contro il tempo.