Commento

Arriverà, quell’oro maledetto

11 febbraio 2017
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Sono tanti i pensieri e le immagini che ci frullano in testa al momento di iniziare a scrivere questo commento. Lunga e intensa è stata la giornata, che ci ha regalato le due emozioni più contrastanti che lo sport possa offrire: la vittoria e la sconfitta (ma nella sua dimensione più dolorosa, l’infortunio).
Difficile dire quale delle due prevalga, perché da una parte ci sono due giovani atlete, Wendy Holdener e Michelle Gisin, che si sono regalate e ci hanno regalato una grandissima gioia conquistando oro e argento. Dall’altra c’è una ragazza, Lara Gut, che a soli 25 anni ha già vinto tutto o quasi ciò che è possibile conquistare nel suo sport. Medaglie mondiali (cinque), olimpiche (una), Coppa del mondo sia di specialità (due di superG) sia generale (la scorsa stagione). Ma che non per questo ha mai pensato un solo secondo di sedersi, anzi. Ha lavorato ancora più sodo per andare oltre, superare se stessa prima ancora che gli altri e anche ai Campionati del mondo di St. Moritz era arrivata per questo, vincere. Cosa? Tutto. Ma, beninteso, in quel tutto avrebbe anche dovuto esserci una delle poche gioie sportive che il destino le ha finora negato: la medaglia d’oro.
Sarà anche sfortuna, un crudelissimo scherzo di quello stesso destino, fatto sta che quel titolo (mondiale o olimpico) che ancora manca al suo palmarès sta diventando una vera maledizione per Lara. Già, perché se difficilmente la ticinese sarebbe riuscita a conquistarlo ieri nella combinata alpina – era sì terza dopo la manche di discesa, ma con vicinissime alcune specialiste della tecnica, tra cui la vincitrice –, buone chance le avrebbe avute domani nella discesa e giovedì in slalom. Invece per la ragazza di Comano non ci saranno più discese in quel di St. Moritz. Più nessuna speranza di conquistare il titolo mondiale davanti a quel pubblico rossocrociato accorso così numeroso (anche) per lei. Niente più sogni, almeno per ora infrantisi su quel pendio della pista Engiadina che avrebbe dovuto farla scivolare ancor più nell’Olimpo dello sport ticinese, svizzero e mondiale, ma che invece le ha tolto tutto (compresa la Coppa del mondo, nella quale avrebbe lottato fino all’ultimo con l’americana Shiffrin). E lo ha fatto con un tempismo infimo, quando quel tutto era pronta a conquistarlo. E quando meno se lo aspettava, lei che solo due settimane fa a Cortina aveva già rischiato di infortunarsi seriamente. Allora era andata bene; ieri, in un banale riscaldamento, no. E non c’è stata nessuna spaventosa caduta, nessun terribile impatto. Semplicemente il suo ginocchio sinistro ha ceduto alla pressione. Del suo peso, ma forse anche delle grandi aspettative che lei ancor prima degli altri ripone in se stessa.
Dicevamo all’inizio delle emozioni contrastanti, che ci dividono tra la gioia per un sogno realizzato e la tristezza per un altro infranto. Scegliamo però di essere felici. Per Wendy e Michelle. Ma anche per Lara, perché siamo certi che come sempre la ticinese combatterà, si rialzerà e tornerà. Se non di più, perlomeno forte quanto prima. E questo sicuramente basterà per conquistarlo, quell’oro maledetto.

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