Spettacoli

Applausi per le bestie di Emma Dante

(Masiar Pasquali)
22 marzo 2017
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All’inizio qualche risatina di disagio – per la nudità integrale degli attori sulla scena, ma anche per le luci che illuminano la platea solitamente "isolata" dal palco dall'oscurità. Poi, si rimane in silenzio catturati dalle vicende delle “bestie umane”, fino ai convinti applausi finali.

È piaciuto, Bestie di scena, lo spettacolo di Emma Dante arrivato al Lac ieri e questa sera dopo il debutto al Piccolo di Milano. Debutto accompagnato da qualche polemica: non tanto per il nudo – basta avere un minimo di maturità per rendersi conto che si è agli antipodi sia della provocazione goliardica sia della pornografia, e se a qualcuno manca quel minimo di maturità, il problema è suo – ma per l’idea di teatro corporale che anima lo spettacolo. Gli attori, infatti, non parlano: si muovono sul palco reagendo in maniera istintiva, primitiva e a volte animalesca, agli stimoli che arrivano da fuori scena: un bidone d’acqua da bere, palloni, una spada, del cibo, una bambola parlante, persino dei petardi… Una sorta di “danza senza coreografia” che alcuni hanno criticato in quanto umiliazione del ruolo dell’attore.

In realtà, ha spiegato Emma Dante, ‘Bestie di scena’ vuole essere una riflessione sulla nascita della collettività, con gli individui che insieme superano le difficoltà ma che a volte si dividono e lottano. Non si corresse il rischio di tirare in ballo troppa filosofia, si potrebbero citare i ‘bestioni’ di Giambattista Vico che a causa del terrore dei fulmini si riuniscono e fondano la civiltà. Significativa, in ogni caso, la reazione degli attori alla loro stessa nudità: all’inizio, con pudore, si coprono con le mani il pube; poi durante lo spettacolo, smettono di provare vergogna per il proprio corpo.

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