Bellinzona

Al San Giovanni i sorrisi dei clown raggiungono anche le sale operatorie pediatriche

19 giugno 2017
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Trasformare un ambiente estraneo ed emozioni negative quali paura, ansia, tristezza e dolore in spensieratezza, sorrisi e risate. Se non fosse che di mestiere fanno già le dottoresse Sogni, si potrebbe pensare che Tiramisù e Farfalla siano maghe esperte. In ogni camera in cui entrano si assiste infatti a una magia che ha quale risultato bambini sorridenti. È quanto abbiamo potuto constatare di persona accompagnando le due clown della Fondazione Theodora in una delle tre visite settimanali che da oltre un ventennio effettuano al San Giovanni di Bellinzona. «All’ospedale, lontani dal loro ambiente, solitamente i bambini faticano a divertirsi. Attraverso il programma “Dottor Sogni” intendiamo riavvicinarli al mondo della loro fantasia. In questo modo torna la voglia di ridere e scherzare», spiega Patrizia Brosi, responsabile della comunicazione della Fondazione nata nel 1993.

Se la teoria è semplice – ridere riduce gli ormoni dello stress e stimola alcune sostanze chimiche prodotte dal cervello, come le endorfine –, la messa in pratica non è scontata. Soprattutto se il giovane paziente è timido e non vuole interagire con le due dottoresse Sogni. Ma anche quando l’approccio iniziale sembra non lasciare spazio di manovra alle clown, nel giro di un quarto d’ora e con diversi tentativi per sondare le reazioni del bambino, grazie a bolle di sapone da scoppiare, un palloncino ribelle e riferimenti a Valentino Rossi (idolo del paziente), il sorriso irrompe in camera contagiando tutti i presenti. Perché a beneficiare del buonumore sono anche genitori e personale stesso dell’ospedale, come ci conferma Luigi Caoduro, capo settore infermieristico, promotore del progetto pilota che da un anno a questa parte prevede la presenza delle clown della Fondazione Theodora una volta alla settimana anche al Pronto soccorso pediatrico. Con buoni risultati? «Assolutamente sì», risponde Caoduro.

Dai neonati agli adolescenti

Dal camice bianco e colorato delle dottoresse Tiramisù (nome d’arte di Claudia Aldini) e Farfalla (Luisa Ferroni) spuntano in ogni camera gli espedienti giusti al momento giusto. Le tasche stracolme di oggetti e di strumenti musicali sono attrezzate sia per pazienti di pochi mesi, con i quali le clown puntano su musica e peluche, sia per gli adolescenti. In questo caso assistiamo a un linguaggio «mega sciallo» e a selfie stick da usare con l’iGiraff o l’iMucc: un vero successo. In alcuni casi, quando paziente e famiglia non parlano l’italiano, è invece necessario basarsi su un linguaggio universale da esprimere attraverso il corpo, l’espressione del viso, la voce, la musica: elementi che assieme agli oggetti “magici” vengono in aiuto delle dottoresse che praticano la clownterapia. Durante la visita mattutina pure gli incontri nell’atrio del reparto o in corridoio finiscono in simpatia, con animali creati con palloncini e le immancabili bolle di sapone che rallegrano l’ambiente.

Dietro a tanta spontaneità e improvvisazione le dottoresse Sogni celano molta esperienza, preparazione e attenzione ai dettagli. Il giro inizia sempre con un incontro informativo con il personale infermieristico per venire a conoscenza delle condizioni dei pazienti. In seguito, prima di entrare in ciascuna camera, si disinfettano le mani proprio come farebbe il personale medico dell’ospedale, con il quale è percepibile la grande complicità venutasi a creare nel tempo. In Ticino, oltre a Farfalla e Tiramisù, è attiva per la fondazione anche la dottoressa Poppins (ovvero Pilar Koller).

Ora anche in sala operatoria

La clownterapia divenuta famosa in particolare grazie al dottor Patch Adams – e alla trasposizione cinematografica hollywoodiana – è recentemente approdata anche in sala operatoria. E da settembre l’ospedale San Giovanni sarà il primo in Ticino e tra i pochi in Svizzera ad accogliere questa novità nel reparto di chirurgia pediatrica, dopo aver già provato l’esperienza negli scorsi mesi in ortopedia pediatrica. Si tratta di uno dei cinque programmi proposti in Svizzera dalla Fondazione Thedora, al quale si aggiungono – oltre al Dottor Sogni – anche Signore e Signora Sogni e la Piccola orchestra dei sensi per i bambini disabili e Piccoli campioni in collaborazione con l’Associazione svizzera obesità nell’infanzia e nell’adolescenza.

Come ci spiega il capo settore infermieristico dell’ospedale San Giovanni Luigi Caoduro, il progetto è stato caldamente voluto da lui e da Anita Mueli della Fondazione Theodora, ed è stato condiviso anche da anestesia, chirurgia e ortopedia pediatrica. L’accompagnamento da parte dei clown è previsto durante le fasi di preparazione dell’operazione e poi anche al momento del risveglio del piccolo paziente. Attualmente la presenza dei clown prima di un intervento è limitata alle fasi preparatorie nel day hospital, per pazienti che vengono dimessi in giornata. L’obiettivo è fare in modo che tra i ricordi associati a un momento difficile come quello di un intervento chirurgico possano prevalere l’allegria e il sorriso trasmessi dalle dottoresse Sogni.

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