Chiasso

A Chiasso 'tutti siamo parte di Humanae'

(Francesca Agosta)
24 marzo 2017
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Nella 'Humanae' dell'artista Angélica Dass non si fanno differenze. Per la fotografa ispano-brasiliana, in questi giorni ospite di Chiasso_culture in movimento, i ritratti entrati a far parte del suo progetto-catalogo “ci fanno riconsiderare il modo in cui vediamo gli altri. Mentre la scienza moderna mette in discussione il concetto di razza – ci interroga –, cosa significa per noi essere neri, bianchi, gialli, rossi? Si tratta degli occhi, del naso, della bocca, dei capelli? Oppure ha a che fare con le nostre origini, la nazionalità o il conto in banca?”. A ciascuno rispondere.

Nel frattempo, chiassesi e no da giovedì (e sino a domani, sabato) hanno accettato di entrare a far parte di questa iniziativa, assieme alle 3mila persone di 13 Paesi già fotografate dalla Dass. Immagini che saranno poi esposte alla prossima Biennale dell'immagine prevista in autunno a Chiasso, e di seguito  gireranno il mondo con le altre. Sin qui il lavoro dell'artista ha trovato visibilità in mostre, gallerie, copertine di giornali ma anche in manifesti stradali. Per chi non si riconosce in nessuna etichetta, commenta ancora la fotografa, “rappresenta una specie di specchio”. Qui, alla frontiera sud della Svizzera, dove bussano i flussi migratori, nella 'Settimana contro il razzismo', l'esperimento di Angélica Dass sarà importante (oltre che utile) per scacciare i pregiudizi e abolire le discriminazioni. E sentirsi tutti esseri umani.

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