Curiosità

25 anni in 34 ricordi: il compleanno de laRegione

16 settembre 2017
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La rucola, le videocassette, i balli lenti come occasione di rimorchio. Cose che c'erano e non ci sono più, vezzi che un tempo parevano modernissimi e oggi son quasi preistorici. Per i 25 anni de laRegione ci siamo divertiti a metterne insieme un paio, e l'occasione è buona per riproporveli qua, ché il finesettimana si presta a (ri)leggerli.

Nel 1992 la tecnologia c'era già, ma insomma, era una roba un po'diversa: erano i primi passi oltre l'analogico, in casa si vedevano i primi personal computer, quelli col Dos e i floppy disk. Davanti a uno schermo ci passavamo già i pomeriggi, a sfondarci di videogiochi come Sonic

I più piccoli fra noi invece vedevano Gli Aristogatti e si innamoravano della musica (ancora ne fischiettano la colonna sonora). Quelli nati vecchi usavano la tivù del bar per seguire Tangentopoli, e non si sono ancora ripresi. Anche se pure il Gatto Arturo destava qualche inquietudine.

Dallo schermo della televisione - profondo e pesantissimo, e su "a monte" c'erano ancora quelli di seconda mano, senza telecomando, in bianco e nero - si seguiva ovviamente anche lo sport. Qui in newsroom si ricorda soprattutto l'impresa mitica di "Pippo" Rosset, il tennista spilungone che si portò a casa l'oro di Barcellona. Ma anche l'improbabile vittoria della Danimarca agli Europei di calcio, quando gli scarpini non erano ancora un pugno in un occhio fosforescente. Ma alla fine calcio voleva sempre dire figurine.

Poi c'erano alcune mode incresciose che ancora ci chiediamo come fossero possibili, tipo il borsello maschile e l'uso improprio della penna stilografica come status symbol. Le mogli di quelli con la stilografica si compravano la pelliccia, oggi ci si vergogna quasi. Erano abbastanza imbarazzanti anche le tute da sci, ma la neve di casa era più abbondante, e via che andavi con bob e slittini.

Si pativa soprattutto nel traffico, quando in vacanza ci si trovava incolonnati sotto il sole, e di "clima" in macchina neanche l'ombra. All'autogrill, per chi andava a sud, c'era ancora la lira. Ma siccome di tempo a quel punto ce n'era, per radio passavano pezzoni da sei minuti; e se adesso una canzone ne dura al massimo tre, è anche colpa dei DJ. Ah beh, non dimentichiamo le musicassette, ideali per la camporella: ma a quel punto si era già passata la prova del ballo lento, si diceva, e non era impresa facile.

Sul fronte del cibo, non ci è ancora chiarissimo perché la rucola sia stata retrocessa da tocco di classe culinario (simil-vegano) a una trovata triste da menù turistico. Il microonde ha soppiantato i toast, e i relativi tostapane. Resistono a stento i ghiaccioli colorati (anche se il mistero di quelli marroni, rarissimi, rimane irrisolto.) Resistono molto meno le botteghe all'angolo, quelle con la farina sfusa e il latte nel cartone triangolare.

Non sono mancate le considerazioni sociali, e qui si è sospirato un po': mamme che devono spiegare ai figli cos'è lo walkman (e come abbiamo fatto a sopravvivere senza gli smartphone); ricordi di quando gli amici facevano "compagnia", e costruivano le capanne sull'albero. Gli adulti non erano stressati: avevano l'esaurimento nervoso, ed era una cosa un po' diversa. In periferia era con le partite "Svizzeri contro Italiani" che si sperimentava l'integrazione, come alla Cartiera di Tenero. Si passava anche da certe strade ormai chiuse, che a tornarci oggi è sicuro che ti perdi.

Anche in redazione le cose erano un po' diverse: la meraviglia elettronica era il fax - ci siamo venuti al mondo, tutto sommato. Le macchine per scrivere (o 'da' scrivere?) stavano invecchiando, ma erano ancora vive. Ci siamo ricordati della prima notte in cui si stampò laRegione: non proprio fra le più calme, come ricorda anche l'editore.

E insomma, ci siamo divertiti a ricordare tutte queste cose. Ma ci piace anche parecchio raccontarvi il presente, e farci trovare belli freschi quando arriva il futuro.

 

 

 

 

 

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