Elezioni federali 2015

L'Udc trionfa in Svizzera, in Ticino il consigliere nazionale Rusconi deve cedere il posto a Chiesa. Il punto della giornata

18 ottobre 2015
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In Ticino l'unica, vera novità è il ribaltone in casa Udc, dove a sopresa il deputato in Gran Consiglio Marco Chiesa ha soffiato il posto all'uscente consigliere nazionale democentrista Pierre Rusconi. A dividere i due solo 762 voti. Il resto della deputazione è di fatto una fotocopia di quella uscita dalle urne 4 anni or sono. 

Dal punto di vista dei partiti il primo in termini percentuali rimane il Plr, che perde però consensi, come praticamente tutte le altre formazioni storiche. Crescono invece Lega e Udc.

Udc che a livello svizzero si appresta ad ottenere una vittoria storica nelle elezioni del Consiglio nazionale. Stando alle proiezioni il partito di Toni Brunner conquista 11 seggi, salendo a 65 mandati: nessun partito ha mai potuto contare su una squadra così ampia. Il Plr avanza senza stravincere, mentre perdono praticamente tutti gli altri, in modo forte i Verdi e addirittura drammatico i Verdi liberali.

I democentristi, che quattro anni or sono erano arretrati di 8 seggi, tornano quindi sul cammino della crescita avviato nel 1995. A livello percentuale – stando alle proiezioni dell’istituto Gfs.bern – raggiungono il 28,0% dei voti (+1,4 punti), non riuscendo comunque ad uguagliare il record del 28,9% del 2007, quando comunque ottennero meno seggi (62).

Nessun sondaggio aveva pronosticato una simile avanzata. Era per contro stata segnalata dagli specialisti la crescita del Plr, che viene visto al 16,4% (+1,3 punti) e con 33 mandati (+3). Il partito di Philipp Müller, all’origine del sistema politico svizzero, riesce quindi a invertire il trend negativo che in termini di percentuali l’interessava ormai dal lontano 1979 e che ha trovato il punto più basso con la presidenza di Fulvio Pelli.

Sembra per contro proseguire il calo dell’altro grande malato storico, il Ppd, che dovrebbe ottenere solo 26 seggi (-2): mai così pochi nella sua storia. E questo nonostante il fatto che in termini percentuali viene visto in crescita (+0,3 punti al 12,6%).

Esce sconfitto dalla giornata odierna pure il Ps, che lascia sul terreno 3 mandati, scendendo a 43. Ma con le ossa rotte ne escono soprattutto Verdi (15 seggi, -5) e Verdi liberali, che dimezzano la loro rappresentanza, passando da 12 a 6.

Contiene le perdite forse meglio del previsto il Partito borghese democratico (8 seggi, -1). Per la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf l’aria si fa comunque sempre più rarefatta, visti gli orientamenti generali. (Red/Ats)

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