Elezioni cantonali 2015

Un Ticino polarizzato, più a destra, con un terzo partito 'senza intestazione' e dove a perdere sono Ppd e Ps. In attesa del Gran Consiglio...

(Francesca Agosta)
19 aprile 2015
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La premessa è d'obbligo per non scivolare in facili fraintendimenti: nelle elezioni per il Consiglio di Stato contano forse più i nomi dei partiti, per cui bisognerà attendere lo spoglio delle schede per il Gran Consiglio, domani, prima di poter trarre delle conclusioni definitive.

Detto ciò, però, un paio di considerazioni si possono già fare. La prima è evidente: la Lega, nonostante l'arretramento nei consensi, vince la tornata elettorale. Questo perché i due punti e tot lasciati sul campo potevano essere ben di più visti i numerosi fattori a sfavore del movimento di Via Monte Boglia: tra questi l'essere reduce da un'elezione per certi versi straordinaria, quella del 2011, e doversi presentare al test delle urne senza il leader storico Giuliano Bignasca e senza una macchina da voti come Marco Borradori (tra l'altro egregiamente sostituito da Claudio Zali, che oggi ha pure batutto il record di voti personali dell'ex consigliere di Stato). C'è poi l'assenza dei voti dell'Udc. Il partito di Pinoja quant'anno ha evitato di allearsi con la Lega come invece aveva fatto nel 2011, perferendo fare corsa assieme ad Area Liberale e Unione democratica federale sotto il marchio "La Destra".

La seconda considerazione si innesta proprio su questo punto: a ben guardare in Ticino la destra (l'area) è avanzata rispetto al passato: nel 2011 la Lega (con l'Udc) aveva raccolto il 29,78% dei voti, quest'anno sommando le preferenze di Lega e "La Destra" (il movimento) si ottiene 32,17%. Ciò significa che a conti fatti si deve parlare di una crescita di circa 2,39 punti percentuali.

Terza considerazione: i Liberali radicali, pur non potendo cantare vittoria per la riconquista del secondo seggio in governo, hanno recuperato consensi, invertendo una tendenza che poteva diventare un circolo vizioso. Circolo vizioso in cui  si è infilato invece il Ppd. I popolari democratici sembrano ormai non riuscire a scrollarsi di dosso il segno meno nei consensi. Un calo di voti che si è ripresentato a scadenze regolari nelle passate tornate elettorali. Oggi il tonfo è stato di 2,32 punti percentuali, e ciò nonostante quella azzurra fosse la lista più forte di tutte in campo. In continua perdita di velocità pure i Socialisti, seppur a ritmi minori. Dal canto loro, i Verdi marciano sul posto: al di là dei preferenziali elevati per Savoia, non si sono mossi granché dal 6%.

Quarta considerazione: se i dati del Consiglio di Stato dovessero trovare parziale conferma nei voti per il parlamento, il Ticino andrebbe verso una sorta di duopolio Lega-Plr. In questo caso la prudenza è però d'obbligo: storicamente la votazione per il Gran Consiglio tende a ridimensionare, "normalizzandoli", i risultati "eccezionali" del Consiglio di Stato.

C'è poi la quarta considerazione. Anzi facciamo due. La prima è che, con 8 elettori su 10 espressisi per posta, il voto per corrispondenza piace e piace molto. C'è poi la scheda senza intestazione che continua a guadagnare consensi. A questo giro ha guadagnato altri 2,46 punti percentuali, salendo al 16,11%. Ciò significa che, de facto, è il terzo partito del Cantone: in un colpo solo ha superato Ppd e Ps. Scusate se è poco.

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