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Un corno e una lettera aperta a Doris Leuthard: “La Posta non può fare quello che vuole”

Una recente protesta
(Benedetto Galli)
21 luglio 2017
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Il prossimo primo d'agosto, quando a Lugano terrà il suo discorso per la Festa nazionale, Doris Leuthard riceverà in dono un piccolo corno svizzero, “che come la Posta è un valore nazionale e che vuole simbolicamente richiamare il Consiglio federale, il Parlamento e la Posta stessa a prestare finalmente attenzione al volere della popolazione”.

Nel frattempo alla presidente della Confederazione è stata indirizzata una lettera. A firmarla è il comitato “Uniti in difesa del servizio postale”, rappresentato da Marco Forte, Ivo Durisch e Graziano Pestoni. Tema, manco a dirlo, la chiusura ventilata degli uffici postali in Ticino che entro il 2020 dovrebbero scendere da 109 a 48.

“La Posta parla di trasformazione ma i punti di accesso proposti, oltre a peggiorare il servizio offerto, creano dumping salariale: un problema che nella nostra regione è purtroppo molto diffuso”, si ricorda nella lettera.

Una questione di merito, di metodo e in definitiva di democrazia, come evidenziato da un recente voto del Consiglio nazionale: “Il nostro Cantone è promotore di un’iniziativa, sostenuta dal Canton Vallese e dai Grigioni che chiede di istituire una vera possibilità di ricorso dei comuni e della popolazione. Questa modifica della legge è di fondamentale importanza per rendere finalmente democratico il processo di chiusura di un ufficio postale. Oggi la Posta non dialoga con i Comuni ma impone le proprie decisioni e a nulla servono le migliaia di firme che la popolazione continua a raccogliere contro queste chiusure”.

Insomma, un'azienda come la Posta non può fare ciò che vuole, ma tenere conto “dei segnali inequivocabili che giungono dal Consiglio nazionale, dai comuni, popolazione e sindacati. Per questo motivo ci appelliamo a lei affinché Il Consiglio federale sospenda la chiusura degli uffici postali fino a quando la Posta non abbia presentato un progetto chiaro sulla futura rete degli uffici postali, in maniera trasparente e nel rispetto della volontà della popolazione”.


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