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Il riscaldamento globale su giugno – E guai a parlare di bomba d'acqua

(Francesca Agosta)
27 giugno 2017
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Si è oramai entrati negli ultimi tre giorni di un giugno che dal punto di vista meteorologico verrà ricordato per il caldo e la canicola. La particolarità di questo mese, si legge infatti sul sito di MeteoSvizzera, è stata la persistenza di temperature elevate, sia di giorno sia soprattutto di notte. Già nei primi 3 giorni di giugno la temperatura media giornaliera ha superato la norma 1981-2010 di 3-4 °C, a partire dall’11 lo scarto è salito a 5-7 °C e dopo il 20 a ben 7-10 °C. Il tempo soleggiato e molto caldo è stato causato da ripetuti sistemi di alta pressione sull’area europea con l’apporto di aria subtropicale verso il continente. Più in generale, continuano i meteorologi, si stanno manifestando in maniera un po’ più pronunciate che negli anni passati le conseguenze del riscaldamento e del cambiamento del clima in atto da circa tre decenni: il caldo in Svizzera fa parte della canicola che ha colpito l’Europa in generale, dell’estrema siccità presente in Italia o delle condizioni particolarmente favorevoli per l’innesco di incendi nella penisola iberica, Alaska, Russia, Sudovest degli Stati Uniti, ecc. Come dimostrato dalle analisi delle estati molto calde del 2003 e 2015, appare chiaramente che i periodi canicolari sono diventati più numerosi negli ultimi decenni. Nelle regioni spesso toccate dalla calura, come la Svizzera occidentale, i periodi canicolari si susseguono a distanza più ravvicinata, rispettivamente, nelle regioni toccate solo saltuariamente dalla canicola nel passato la loro presenza diventa regolare.

Nubifragi, non bombe d'acqua

Intanto gli ultimi giorni di questo caldo giugno sono segnati da forti precipitazioni che hanno anche causato qualche disagio. Sul blog online di Meteo Svizzera si mettono quindi i puntini sulle i. “Probabilmente introdotto dai mass media in cerca di titoli accattivanti – si legge – il termine bomba d’acqua sta diventando di uso comune, vuoi per l’intensificarsi di fenomeni estremi, vuoi per la ricerca di quel sensazionalismo di cui un po’ tutti siamo complici. Il corretto nome per il fenomeno è però nubifragio”. Perché allora c'è chi parla di bomba d'acqua? “Forse il nuovo termine è stato suggerito da un infelice traduzione dall’inglese, cloudburst = nubifragio, dove il termine cloud = nuvola e burst = scoppiare, sono poi scaturiti in bomba d’acqua”. Male. Anche perché “è proprio in Ticino, che in Svizzera si detiene il record dei rovesci più intensi, simili quantitativi caduti in tempi così brevi possono essere correlati a fenomeni di nubifragio”.

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