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Casellario per i frontalieri, l'abolizione della misura è vincolata alla firma italiana. Bertoli: 'La questione va chiusa ora'

(Chiara Zocchetti)
7 giugno 2017
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«La questione andava chiusa ora» altrimenti si rischiava di veder «vanificato il lavoro di anni» dopo il cambiamento di governo italiano. Spiega così il presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli perché oggi il governo ticinese – a maggioranza – ha deciso di non più richiedere ai frontalieri il casellario giudiziale in occasione dell'ottenimento o del rinnovo dei permessi B e G. Una misura verrà a cadere solo quando l'Italia firmerà il nuovo accordo sulla fiscalità di chi lavora in Svizzera ma risiede oltre confine.

«L'intesa – ricorda Bertoli – è interessante per il Ticino da più punti di vista, in particolare perché introduce una misura anti-dumping indiretta (ovvero l'aumento progressivo della pressione fiscale, ndr.). Inoltre ci eravamo impegnati con il consigliere federale Ueli Maurer a trovare una misura alternativa a quella del casellario entro giugno 2017. Giugno è arrivato e l'unica misura che abbiamo individuato come attuabile è quella di lasciare la presentazione del casellario alla volontà dei singoli».

Ora, stando a Bertoli, l'Italia non ha più scuse per lasciare nel limbo l'accordo. Inoltre, con l'inoltro a Berna di due iniziative cantonali sull'introduzione dell'obbligo di presentare il casellario giudiziale a livello federale, «le richieste del Ticino sono ormai sul tavolo nazionale, che ha già aperto qualche porta sulle nostre richieste. Se alla fine si dovesse trovare una regola nazionale o un'alternativa che va nel senso di aumentare la sicurezza, avremmo ottenuto come Cantone due obiettivi». Da un lato un accoro fiscale giudicato vantaggioso, dall'altro una misura di sicurezza non transitoria, ma definitiva.

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